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Politiche di marketing degli impianti sportivi

Differenza tra il calcio italiano e il resto d’Europa

In Italia gli investimenti fatti per e dopo i mondiali del 1990, non soddisfano completamente la collettività, mentre si potrebbe avere un maggior ritorno dell’investimento fatto, se quest’ultimo avesse alla base un buon progetto e una buona gestione.

L’età media degli attuali stadi della Serie A è di 59 anni, il più moderno è lo stadio Olimpico di Torino, costruito nel 2004 in occasione delle Olimpiadi Invernali del 2006. Attualmente lo stadio più recente in Italia è lo Stadio Adriatico - Giovanni Cornacchia Pescara, completamente ristrutturato nel 2009 in occasione dei Giochi del Mediterraneo.

Nel 2011 la Juventus dovrebbe inaugurare il suo stadio, e sarà la prima società di Serie A ha possedere un suo stadio di proprietà. La cifra investita dalla Premier League tra il 2002 e il 2006 per gli impianti è di 2520 milioni di euro, la cifra che era stata messa a disposizione del Governo italiano se l’Italia avesse ospitato gli Europei del 2012 è di 672 milioni.

La differenza sta proprio qui, in Italia si deve aspettare che si ospiti e organizzi una competizione importante per potere costruire degli impianti sportivi, e questo per due motivi in particolare: mancanza di risorse delle società per costruire nuovi impianti e vincoli politici che rallentano la realizzazione dei numerosi progetti che le società di calcio hanno presentato ai rispettivi Comuni.

In Inghilterra sono le società sportive ad investire per gli impianti, questo porterà a dei bilanci in rosso per le società inglesi, ma solo temporaneamente perché lo sforzo iniziale sarà ricompensato con notevoli introiti a lunga scadenza e questo lo dimostra anche le stima fatta dalla Juventus F.C. che ha calcolato di percepire ricavi per 35 milioni di euro all’anno a partire dal 2012.

Nei paesi considerati, in particolare in Germania e in Inghilterra, gli stadi sono nella maggior parte dei casi, di proprietà dei club che hanno dunque più facilità e vantaggi nell’apportare cambiamenti agli impianti stessi, migliorandone così la redditività. In Italia gli stadi, di proprietà quasi esclusiva dei Comuni, si presentano carenti di servizi e spesso non a norma per acquisire la licenza UEFA, spingendo molti a sostenere la necessità di una loro urgente trasformazione in impianti polifunzionali per colmare il gap con l’estero e soddisfare i parametri imposti dall’UEFA. La qualità delle strutture italiane incide notevolmente anche sull’occupazione degli spalti.

In Inghilterra e Germania la percentuale di occupazione degli impianti aggira intorno al 90%, in Italia è poco più del 60%. La società di calcio che ha la percentuale di occupazione più alta è la Juventus, che ha una percentuale dell’82%, tale dato però deve essere analizzato anche da un altro punto di vista in quanto, lo stadio Olimpico di Torino è dotato di soli 27994 spettatori e per una squadra come la Juventus che in passato ha giocato in un impianto come il Delle Alpi dotato di 69041 spettatori e che giocherà in uno stadio dotato di 41000 posti a sedere, tale capienza è decisamente troppo bassa.

Chi pensa che la causa di tale differenza possa essere costituita dal prezzo del biglietto è completamente fuori strada in quanto, se la Premier League risulta il campionato più caro, la Serie A presenta i prezzi più alti per la categoria VIP, ma anche i prezzi più economici (dopo la Bundesliga) per i tagliandi popolari.

Questi dati hanno come conseguenza un altro dato ovvero l’incidenza dei botteghini sui fatturati delle squadre di Serie A rispetto agli altri principali campionati europei. Come mostra la tabella 6.1, infatti, i campionati della Bundesliga e della Premier League hanno una percentuale degli introiti derivanti dagli incassi dello stadio doppia rispetto a quella della Serie A. Nonostante questi numeri negli ultimi anni vi è stato un incremento degli spettatori allo stadio.

Infatti nella stagione passata in totale allo stadio si sono recati 9642640 spettatori, ovvero 250040 spettatori (+2,6%) in più rispetto alla stagione 2008/2009 e 866757 (+9%) spettatori in più rispetto alla stagione 2007/2008. Questi dati sono interessanti e fanno riflettere su un punto in particolare, ovvero se il numero degli spettatori è in continuo aumento col passare delle stagioni con delle strutture a dir poco antiche e superate, chissà che incremento ci sarebbe con degli impianti all’avanguardia.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Politiche di marketing degli impianti sportivi

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Informazioni tesi

  Autore: Fabrizio Tarzia
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Brescia
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Michelle Bonera
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 69

FAQ

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