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Produzione di biogas da biomassa animale e vegetale: ipotesi di realizzazione di un impianto nella regione Marche

Norme relative al trattamento e trasporto dei liquami

Il Decreto ministeriale delle Politiche agricole e forestali del 7 aprile 2006 stabilisce i criteri e le norme generali per la disciplina, da parte delle Regioni, delle attività di utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento. Il testo stabilisce le dosi di smaltimento espresso in kg di N per ettaro di superficie al fine di limitare l’inquinamento delle acque di falda da nitrati. Il decreto ministeriale recepisce la direttiva comunitaria 91/676/CE, nota come “direttiva nitrati” e prevede la facoltà alle regioni di stabilire ulteriori limiti o periodi dell’anno in cui vietare lo smaltimento di letami e liquami in relazione a particolari condizioni locali, agli andamenti climatici sfavorevoli, ai ritmi di assorbimento delle colture praticate.
Sono previste fasce di rispetto per lo spandimento che riguardano i corsi d’acqua non arginati in cui ci può essere il rischio che le acque meteoriche dilavino il letame o il liquame applicato e scorrano nell’alveo producendo inquinamento. Queste distanze variano dai 5 ai 10 m a seconda che il corso d’acqua sia classificato come significativo o non significativo, i terreni siano in zone non vulnerabili o ordinarie, l’effluente sia in forma di letame o di liquame.
Lo spandimento è vietato poi nella stagione autunno-invernale, di norma dal 1° novembre fino alla fine di febbraio. In relazione alle specifiche condizioni pedoclimatiche locali, le Regioni possono individuare, anche sulla base dell’indirizzo dell’Autorità di bacino, decorrenze di divieto diverse da quelle previste e prevedere la sospensione del divieto in presenza di eccezionali periodi siccitosi.
Le quantità di effluente (liquame o letame) che possono essere applicate alle colture sono regolate dal contenuto di azoto e le dosi di applicazione sono differenziate per zone non vulnerabili (170 kg/ha/anno) e zone ordinarie (340 kg/ha/anno).
Per le zone non vulnerabili è prevista la possibilità di chiedere una deroga alla Commissione Ue. La condizione per ottenerla e poter quindi spandere più di 170 kg di azoto/ha è legata alla capacità di dimostrare che, anche elevando la dose di applicazione, non si determina un peggioramento dello stato di inquinamento da nitrati delle acque superficiali e profonde.
I valori di azoto al campo utilizzati dalle Regioni fino all’entrata in vigore del decreto ministeriale 7 aprile 2006 non corrispondevano a quelli in adozione negli altri Paesi dell’Ce. Infatti per capo equivalente allevato si consideravano valori di escrezione molto bassi e perdite per volatilizzazione molto alte, comprensive di quelle che avvengono durante le operazioni di spandimento; queste ultime, stante una sentenza della Corte di giustizia europea, non possono più essere computate.
Per quanto riguardano le norme che regolano il trasporto dei liquami, il D.M del 7 aprile 2006 nell’articolo 20, delega le regioni a legiferare in materia stabilendo delle rigide linee guida. La possibilità di trasportare liquami da un’azienda all’altra o nella stessa azienda è argomento di forte interesse per lo scopo del presente studio poiché, a seconda delle restrizioni o procedure amministrative delle singole operazioni necessarie al funzionamento di un impianto produttore di biogas, dipende la fattibilità del progetto.
La normativa regionale definisce gli adempimenti concernenti il trasporto, necessari a garantire un adeguato controllo sulla movimentazione degli effluenti di allevamento, prevedendo una documentazione di accompagnamento contenente almeno le seguenti informazioni:
a) gli estremi identificativi dell'azienda da cui origina il materiale trasportato e del legale rappresentante della stessa;
b) la natura e la quantità degli effluenti e/o delle acque reflue trasportate;
c) l'identificazione del mezzo di trasporto;
d) gli estremi identificativi dell'azienda destinataria e del legale rappresentante della stessa;
e) gli estremi della comunicazione redatta dal legale rappresentante dell'azienda da cui origina il materiale trasportato
Le regioni stabiliscono inoltre i tempi di conservazione della documentazione nonché le forme di semplificazione della documentazione da utilizzarsi nel caso di trasporto effettuato tra terreni in uso alla stessa azienda da cui origina il materiale trasportato ovvero nel caso di aziende con allevamenti di piccole dimensioni con produzione di azoto non superiore a 6000 Kg azoto/anno.
Oltre alle procedure amministrative il regolamento impone particolari norme che stabiliscono l’idoneità del mezzo utilizzato per il trasporto. Ciò comporta alcune difficoltà nel caso un’azienda non zootecnica voglia acquistare il liquame da terzi e digerirlo nel proprio impianto unitamente a biomassa vegetale aziendale. Per realizzare quanto detto è auspicabile la creazione di un centro di recupero liquami dove tutte le aziende zootecniche presenti entro un certo raggio possano convogliare i propri reflui. In questa ultima ipotesi, la creazione di una forma societaria di tipo cooperativo aggirerebbe la norma poiché si tratterebbe di postazioni interne aziendali ed in questo caso l’articolo 20 del presente D.M. si applica nella forma semplificata.

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Produzione di biogas da biomassa animale e vegetale: ipotesi di realizzazione di un impianto nella regione Marche

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Informazioni tesi

  Autore: Marco Giobbi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli Studi di Ancona
  Corso: Scienze e tecnologie agrarie, agroalimentari e forestali
  Relatore: giovanni riva
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 130

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