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Geopolitica della presenza israeliana in Cisgiordania. Analisi delle modalità di sottrazione della terra alla popolazione palestinese.

Il Muro dell'ideologia

L'idea di costruire una barriera che separi israeliani e palestinesi comparve per la prima volta circa un quarto di secolo prima della nascita dello Stato di Israele e fu elaborata da Vladimir Jabotinsky, il leader sionista russo che pubblicò nel 1923 un articolo dal titolo "The Iron Wall".
È importante notare come la versione in russo fu pubblicata molto prima che Hitler prendesse il potere in Germania, ma dopo che nel 1917 fosse rilasciata la famosa Dichiarazione Balfour e nel 1922 fosse garantito alla Gran Bretagna il Mandato sulla Palestina.
Jabotinsky inizia il suo articolo negando di essere nemico degli arabi e di nutrire nei loro confronti un sentimento di educata indifferenza. Sostiene di essere anche disposto ad accettare la contemporanea presenza di due popolazioni in Palestina ed una convivenza pacifica può essere possibile se gli arabi dovessero sottomettersi alla maggioranza ebraica. Nelle sue dichiarazioni, è però questa un'ipotesi remota infatti:
‹‹Che gli arabi della Terra di Israele raggiungeranno volontariamente un accordo con noi è aldilà di ogni speranza e sogno, al momento e nel futuro prevedibile [...]. A parte per coloro i quali sono ciechi dalla nascita, tutti i sionisti moderati devono capire che non c’è la benché minima speranza di ottenere un accordo con gli arabi della Terra di Israele affinché la Palestina diventi uno stato con una maggioranza ebraica››.
E ovviamente questo perché, come ha dimostrato la storia nei secoli passati, ad esempio con gli indios dell'America Latina e gli indiani d'America, nessun popolo vuole arrendersi ancor prima di combattere, lasciando che la propria terra venga colonizzata da stranieri. Continua Jabotinsky:
‹‹Così stanno facendo gli arabi della Palestina e ciò continueranno a fare fintanto che gli rimarrà anche solo un barlume di speranza di poter essere in grado di evitare la trasformazione della Palestina nella Terra di Israele››.
Jabotinsky è onesto nell'ammettere che il progetto sionista consiste nella colonizzazione, non diversamente da quanto avevano fatto gli spagnoli, gli inglesi e gli olandesi precedentemente. Non rivendica che gli ebrei fossero la popolazione indigena della Palestina, bensì gli arabi, i quali avrebbero resistito alla conquista con tutte le loro forze.
Pertanto sostiene Jabotinsky, l'unico modo per portare avanti la colonizzazione è:
‹‹senza riguardi della popolazione locale, il che significa dietro la protezione di una forza indipendente dalla popolazione locale stessa, un Muro di Ferro che i nativi non possono rompere. Questa deve essere la nostra politica nei confronti degli arabi, ogni altra misura equivale a ipocrisia››.
Sebbene Jabotinsky non avesse in mente solamente una barriera fisica, ma una serie di misure che permettessero di contenere la popolazione palestinese, il Muro costruito nell'ultimo decennio può esserne considerato l'apice. L'idea di difendere, emarginare, separare, dividere ciò che è israeliano da ciò che è palestinese, assieme ad altre considerazioni di tipo strategico e politico, si è infatti concretizzata proprio nella costruzione del Muro.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Geopolitica della presenza israeliana in Cisgiordania. Analisi delle modalità di sottrazione della terra alla popolazione palestinese.

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Informazioni tesi

  Autore: Roberto Fallini
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Pavia
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Studi Afro-Asiatici
  Relatore: Nadia Fusco
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 201

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