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Il microcredito nei Paesi industrializzati e nei Paesi in via di sviluppo: un passo verso l'emancipazione femminile.

La microfinanza e l’Islam

Le norme implicite e i valori di carattere culturale e religioso, specialmente se si parla di una religione dall’impronta rigida come l’Islam, limitano la mobilità e le interazioni sociali, impedendo alle donne l’ingresso nel mondo economico. La spiritualità e le credenze giocano un ruolo centrale nelle vite delle persone, influenzandone le loro esistenze e conducendo, nei casi di estremismo, alla discriminazione psicologica e sociale delle donne, se non alla violenza. Ciò conduce alla creazione di società così marcatamente patriarcali da delineare fortissime differenze di genere, molto difficili da sradicare, le quali costituiscono uno dei driver principali della povertà. Per fare un esempio, alcune norme di carattere culturale e religioso, come la pratica islamica del Purdah, fungono da vero e proprio isolamento delle donne, non permettendo loro di entrare in relazione d’affari con uomini.

Le prevalenti caratteristiche dell’attività micro finanziaria nei Paesi arabi si riconducono a tre aspetti rilevanti:
- Focus crescente sulla clientela femminile: nel 2007 la percentuale di clienti donne era del 60%, grazie all’esistenza di progetti pensati appositamente per loro da istituzioni come Save the Children.
- Preponderanza dello status sociale di ONG e assenza di regolamentazione specifiche per la microfinanza: essa si origina e sviluppa in modo talmente rapido da non lasciare ai Governi il tempo necessario per emanare leggi e regolamentazioni atte a consentire uno sviluppo sano dello strumento ed una certa efficacia operativa. Molte organizzazioni, per questo motivo, non riescono ad essere in grado di soddisfare le esigenze dei clienti - pur seguendo le best practices - essendo prive di uno status che le equipari alle banche commerciali.
- Metodologia di erogazione del credito: nel 2002 il 70% dei microclienti della regione aderiva ai programmi di prestito di gruppo, il cui approccio garantiva il raggiungimento di un maggior numero di beneficiari con costi relativamente bassi dato che gli spostamenti degli operatori risultavano ridotti poiché concentrati in un unico luogo nello stesso momento; attualmente la tendenza si è spostata verso i prestiti individuali, anche se il group lending è stato oggi ripensato e rimane lo strumento fondamentale per la clientela femminile.

A ciò si aggiungono i principi della finanza islamica. In questa sede sono citati i due più significativi per l’analisi microfinanziaria: riba, principio che proibisce l’utilizzo della concezione di interesse come frutto di una rendita finanziaria che non sia correlata ad un’attività reale che comporti un determinato livello di rischio e considera l’interesse monetario come usura; gharar, la non accettazione di incertezza e ambiguità e la promozione della trasparenza. In tale concezione l’usura e la speculazione non sono ammesse e il profitto è consentito solo nella misura in cui permette di condividere rischi, perdite e guadagni. Su questo fronte, quindi, la finanza islamica si ispira a valori di equità sociale avvicinandosi alla finanza etica dei Paesi europei.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il microcredito nei Paesi industrializzati e nei Paesi in via di sviluppo: un passo verso l'emancipazione femminile.

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Informazioni tesi

  Autore: Ylenia Casale
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Francesco Perrini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 44

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