La rivoluzione tecnologica nei paesi dell'Europa dell'est - Il caso di Rep. Ceca, Ungheria, Romania, Slovacchia e Slovenia

Prendendo in considerazione le importazioni e le esportazioni di attrezzature tecnologiche, si nota immediatamente un andamento estremamente differenziato tra i cinque paesi.
La Rep. Ceca, ad esempio, ha avuto un incremento delle importazioni dal 1996 al 2003 pari al 41% arrivando a sfiorare gli 800 mln di euro, mentre l’Ungheria nello stesso periodo ha conosciuto un vero e proprio boom delle importazioni di attrezzature tecnologiche, con un aumento pari al 395%, e risulta l’unico paese tra i cinque esaminati che ha importazioni per più di 1 mld di dollari e che stacca di conseguenza molto nettamente gli altri.
Anche la Romania ha compiuto un notevole sforzo in termini di importazioni di attrezzature tecnologiche, con un balzo del 241% ed una tendenza chiaramente crescente. La Slovenia, sebbene abbia valori assoluti inferiori data la dimensione ridotta del paese, vede allo stesso modo crescere le importazioni di produzioni a contenuto tecnologico del 103%. Infine anche la Slovacchia nonostante un andamento non propriamente uniforme, registra una crescita pari all'89%.
In tutti e cinque i paesi le importazioni di attrezzature tecnologiche sono aumentate, anche se ciascun paese partiva da valori iniziali molto diversi. Ciò costituisce un dato significativo. L'incremento delle importazioni di materiale tecnologico può infatti rivelare una strategia particolare di tali paesi per quanto riguarda il riempimento del divario tecnologico con l'Europa occidentale, ossia la volontà di accelerare il più possibile i tempi di sviluppo del settore delle infrastrutture tecnologiche e delle reti, senza prima impegnarsi per dotarsi di un apparato produttivo e industriale in loco, capace di generare le condizioni strutturali necessarie per un’informatizzazione diffusa.