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Il viaggio a piedi: educazione e animazione

Il viaggio come strumento per potenziare l’intelligenza

L’idea che il viaggio potenzi l’intelligenza del viaggiatore è antica come Gilgamesh, il quale, grazie ai suoi viaggi, conobbe i paesi del mondo, divenne saggio, vide misteri e seppe cose segrete.

Anche nei trattati rinascimentali che fanno l’elogio del viaggio si ammette che il viaggio acuisca l’intelligenza del viaggiatore, come sottolinea Thomas Coryate, nel diario scritto dopo il suo viaggio in Italia nel 1608:

“Tutte le intelligenze, ancorché abbiano buone disposizioni naturali, si spengono e muoiono addirittura se sono rinchiuse entro i confini ristretti delle sedi domestiche e…non c’è ottusità nella mente, non c’è oscurità tanto grande, che non possa essere animata con i viaggi e resa da tutti i punti di vista più chiara e vigorosa”.

Ancor prima Strabone nomina coloro che cercano il senso della vita tra quelli che hanno il vizio di vagare per le montagne e ripete un’idea che era già risaputa nel primo secolo a.C., quando scriveva: “Gli eroi più saggi furono quelli che visitarono molti luoghi e vagarono per il mondo; i poeti onorano chi ha visto le città e conosciuto la mente degli uomini”

Quindi il viaggio amplia l’esperienza del viaggiatore su una gamma più vasta di differenze, facendogli conoscere una maggiore varietà di cose, persone, costumi, piante, animali, topografie, architetture e così via.

La fonte dei benefici da lungo tempo attribuiti al transito può quindi essere individuata nel confronto, che però non solo garantisce un ampliamento dell’esperienza del soggetto su un’ampia gamma di varietà, ma permette di sviluppare una difesa contro le realtà strane e sconosciute.

Infatti, la possibilità di incontrare realtà diverse, permette di ridurre la tensione e dell’angoscia che l’ignoto genera fin dall’infanzia. Proprio per questo il viaggio è sempre stato raccomandato come complemento dell’educazione e come mezzo di istruzione piacevole.

Emblematico fu il fenomeno del Gran Tour, esperienza intrapresa da molti giovani del XVII secolo che permetteva di conoscere la politica, la cultura, l'arte e le antichità dei paesi europei. Lo scopo del Gran Tour era quello di perfezionare l’educazione dei ragazzi che vi partecipavano, poteva durare dai pochi mesi agli otto e prevedeva la partenza e l’arrivo nella medesima città.

Le destinazioni principali erano la Francia, l'Olanda, la Germania, ma aveva come obiettivo privilegiato l'Italia e Roma in particolare, e di norma includeva le tappe di Venezia, Firenze, Bologna, Napoli, talvolta Pisa, e poi i Campi Flegrei, i centri vesuviani, Paestum, potendo raggiungere anche la Sicilia.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il viaggio a piedi: educazione e animazione

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Informazioni tesi

  Autore: Daniele Finocchiaro
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Scienze dell'Educazione
  Corso: Scienze dell'educazione e della formazione
  Relatore: Maria Paola Pierini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 94

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