I Contratti Internazionali di distribuzione nella prospettiva del Diritto Russo

Il fenomeno del'’intermediazione (occasionale), seppur limitatamente a determinate aree geografiche, si arricchisce di un’altra figura, ossia quella del c.d. sponsor.
Di fatto, è noto che, in alcuni paesi arabi (Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Libia), l'impresa straniera intenzionata ad operarvi, sia soggetta non solo al generico obbligo di registrazione ma debba anche dare prova di godere della "sponsorizzazione" di un soggetto locale, il quale, in questo modo, rappresenterà una sorta di garante dell'operatore straniero; entro tali paesi, conseguentemente, l'intermediazione assume carattere di obbligatorietà, arrivando a venire accostata ad una tassa d'ingresso, e, di converso, ad una opportunità per "diffondere ricchezza" al loro interno.
Nonostante questo ruolo peculiare, la funzione dello sponsor consente di definire i contorni della propria attività in modo abbastanza chiaro: essendo suo compito nientemeno quello di favorire la conclusione di un affare, la figura può essere facilmente inquadrabile, nell'ordinamento nostrano, come procacciatore o mediatore.
Riguardo al compenso, il cui minimo ammontare, per questa figura, è generalmente stabilito per legge, andrà chiarito nel contratto come possa essere risolta la questione relativa agli affari conclusi dopo la cessazione del rapporto.
A tale proposito, si ritiene applicabile il principio per cui lo sponsor debba essere in grado di dimostrare l’esistenza di un legame causale tra la propria attività e la conclusione dell’affare.