Rai e il format. Un'analisi economica e giuridica

Come si diceva nel paragrafo precedente, mentre il mercato ha da subito riconosciuto e regolamentato i format che difatti vengono regolarmente commercializzati, non altrettanto si può dire per il mondo del diritto. In Italia, come altrove, non esiste infatti alcuna tutela per chi concepisce un format. Ne consegue una evidente discrasia tra la prassi degli operatori commerciali e le incertezze giuridiche degli operatori del diritto.
In caso di produzione e trasmissione di un programma analogo le emittenti sono supportate dalle norme sulla concorrenza sleale secondo una serie di requisiti di cui si dirà. Più problematico è invece il caso in cui un autore proponga un progetto di prodotto audiovisivo ad una emittente o ad un produttore apparentemente non interessato, per poi vedersi prodotta e realizzata una trasmissione basata proprio sugli elementi da lui ideati e proposti.
Nel 1994 la SIAE ha deciso di aderire alle richieste formulate dalle Associazioni di categoria degli autori ed ha iniziato ad accettare il deposito dei format, destinati alla utilizzazione radiotelevisiva, presso la sezione DOR (Drammatica, Operette e Rivista), con efficacia meramente probatoria.
In particolare, secondo la SIAE “per Format s’intende l’opera dell’ingegno avente struttura originale ed esplicativa di uno spettacolo e compiuta nell’articolazione delle sue fasi sequenziali e tematiche, idonea ad essere rappresentata in un’azione radiotelevisiva o teatrale, immediatamente o attraverso interventi di adattamento o di elaborazione o di trasposizione, anche in vista della creazione di multipli. Ai fini della tutela, l’opera deve comunque presentare i seguenti elementi qualificanti: titolo, struttura narrativa di base, apparato scenico e personaggi fissi”.
Le forme di tutela eventualmente disponibili sono di tre tipi:
– il diritto d'autore;
– la tutela negoziale;
– la tutela del diritto connesso.