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Anna Politkovskaja, giornalista e mediatrice

La mediazione interculturale

E’ sempre la forza delle parole a permettere ad Anna Politkovskaja di interagire con realtà linguistiche e culturali diverse da quella russa.
Queste differenti realtà, a cui lei cerca di approcciarsi, sono sia interne alla Russia, sia realtà esterne legate ad essa da una vicinanza culturale ma anche dalla sempre più crescente globalizzazione politica ed economica.
Circa cento realtà linguistiche, che potremmo definire interne, sono riscontrabili in tutto il territorio della Federazione Russa, sedici delle quali trovano la loro culla nel Caucaso. Con il referendum del 23 marzo 2003, la Repubblica Cecena si è dotata di una nuova Costituzione (concessagli dal Cremlino) che prevede, oltre ad una quasi totale sudditanza dalla Federazione Russa nei vari aspetti politici ed economici, anche l’imposizione del russo come unica lingua ufficiale. Questa supremazia dell’idioma russo rispetto a quello ceceno, la Nochčijn Mott, rispecchia la supremazia politico-militare della Russia nei confronti della Cecenia.
Poiché ogni lingua è profondamente legata al sistema culturale in cui si sviluppa, solo la conoscenza di questo sistema permette al traduttore di utilizzare al meglio gli strumenti linguistici a sua disposizione. Anna Politkovskaja, quasi invertendo i fattori, utilizzava piccoli dettagli linguistici per meglio far conoscere la concezione del mondo delle realtà culturali che descriveva e comporre, così, la sua traduzione sociale.
Nel descrivere le situazioni, trovava spazio per analizzare singole parole che sarebbero servite a fissare nell’animo del lettore l’essenza stessa di quella situazione. Come quando si adira perché una delle tante tragedie che si perpetrano in Cecenia, era avvenuta proprio in via Dzertinskaja e commenta: “un nome più decente non avevano ancora fatto in tempo a darglielo”. La persistenza, in una terra di disgrazie, di una via dedicata al creatore della ČEKA era l’ennesima dimostrazione dell’eterno legame con i passati metodi stalinisti, tanto più se si considera che in quella stessa via si era consumata una tragedia per opera dei fedeli seguaci di Železnyj Feliks.
Questa via è l’emblema di un retaggio culturale che coinvolge tanto i russi quanto i ceceni. I russi perché non sono ancora riusciti a estirpare il ceppo marcio del passato regime; i ceceni perché continuano a sentirsi umiliati e sacrificati a una causa priva di qualsiasi connotazione ideologica.
Lo stesso nome della capitale della Repubblica Cecena, Groznyj, offre ad Anna Politkovskaja più di uno spunto per legare al significante vari significati che aiutino il lettore a vivere la stessa Groznyj che viveva lei. Groznyj, infatti, non si porta addosso soltanto il pesante fardello del Terribile, ma dai ceceni riceve oramai anche l’epiteto Grjaznyj: sporca, sudicia, turpe, amorale, grigiastra, coperta di fango. Grjaznyj Groznyj, “un soprannome che riflette il dolore causato dalla distruzione totale della città, ridotta in rovine e polvere, ma anche l’orrore di fronte a un banditismo peggiore delle barbarie”. Una città diventata terribilmente amorale. Sembra che la Capitale abbia ricevuto questo nome come un dono indesiderato che però le si addice in tutta la sua cattiva sorte.
Anna Politkovskaja conosceva l’antico amore che gli abitanti avevano provato per quella che era “la più bella città del Caucaso del Nord”, e soffriva insieme a loro nel vederla diventare la capitale delle sciagure. Il nome ceceno della città, Co’lŽa- Glala scompare di fronte al corrispettivo russo Groznyj, e, l’aggettivo che porta con se “terribile” non può che accentuare questa divisione, linguistica, etnica e culturale.
Per questo Anna Politkovskaja ha deciso di soffermarsi per poche righe a parlare di Grjaznyj Groznyj, per tradurre, per far amare al lettore la città di un tempo, ma fargli anche respirare la stessa aria di una città sudicia e terribile.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Anna Politkovskaja, giornalista e mediatrice

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Informazioni tesi

  Autore: Marcella Militello
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Scienze Umanistiche
  Corso: Scienze della mediazione linguistica
  Relatore: Rita Giuliani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 90

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7 ottobre 2006
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