La lotta alla corruzione nel diritto internazionale

La corruzione si manifesta e produce effetti, in primo luogo, a livello nazionale, ed è proprio per questo che gli stati, come abbiamo in precedenza analizzato, attraverso i loro ordinamenti nazionali, prevedono quasi sempre degli strumenti di repressione e di lotta. Il problema che si pone in questi casi è, eventualmente, l’efficacia e la determinazione nell’applicazione di tali strumenti, che dipendono dai singoli stati e dalla loro situazione politica, economica e sociale interna.
A questo livello, quindi, la corruzione rimane una problematica interna a ciascuno stato, il quale affronta il fenomeno a modo suo, e che, di conseguenza, non dovrebbe avere nè ripercussione su altri stati, nè rilevanza internazionale.
Tuttavia la globalizzazione delle attività commerciali e la dimensione globale acquisita dell’economia in generale, hanno fatto sì che il problema diventasse di portata internazionale, e questo rende le norme interne ai singoli stati non solo insufficienti, ma del tutto inadatte ad affrontare e combattere il fenomeno per diversi motivi.
Innanzitutto, le legislazioni nazionali, salvo alcune rare eccezione, che abbiamo in parte analizzato, si occupano solo della corruzione di funzionari pubblici del proprio paese e non di altri paesi.
In secondo luogo, molto spesso le commissioni ricevute in modo illecito sono deducibili fiscalmente dal soggetto che le riceve, senza controlli sulla liceità del pagamento.
Ne risulta che queste commissioni illecite, dedotte fiscalmente, comportino un minor introito allo stato, che viene quindi sopportato dall’intera società.