Salvaguardia della continuità aziendale e transazione fiscale. Novità della riforma fallimentare

Specifici elementi di novità si presentano riguardo alla transazione fiscale di cui all’art 182 ter della legge fallimentare. La norma stabilisce che con il piano concordatario e l’accordo di ristrutturazione dei debiti, l’imprenditore che si trova in stato di difficoltà può proporre la dilazione e/o la remissione dei debiti privilegiati e chirografari relativi a tributi amministrativi delle agenzie fiscali.
In questo senso gli accordi con le Agenzie Fiscali assumono una forma negoziale: anche in questo frangente, la norma vuole quindi individuare un supporto per l’impresa che si trova in difficoltà anche con l’Erario che, in veste di creditore, può svolgere un ruolo attivo nel risanamento della crisi d’impresa.

Inoltre l’istituto della transazione fiscale, che prende le mosse dalla transazione disciplinata dall’articolo 1965 del C.c., vuole essere un accordo di tipo privatistico dove le parti, imprenditore in crisi/debitore e Amministrazione Finanziaria/creditore, sono libere di contrattare i termini del loro contemporaneo soddisfacimento.
L’istituto della transazione fiscale si sostanzia, quindi, in uno strumento volto ad incentivare il dialogo tra Amministrazione Finanziaria e contribuente che determina una sorta di rinuncia da parte dell’Amministrazione Finanziaria alla riscossione coattiva, ancorché veicolata all’interno di un nuovo strumento modellato alle esigenze del debitore: quindi, anche in presenza di un indebitamento considerevole nei confronti dell’Erario, si assiste ad una remissione del debito da parte dell’Amministrazione Finanziaria, la quale finisce per estinguere l’obbligazione tributaria attraverso le modalità del concordato.

Quindi, se da un lato la transazione fiscale risulta rigorosa nel disciplinare le modalità transattive (dilazione e remissione), nella determinazione dei tributi ammessi nell’accordo e gli elementi essenziali per l’ammissibilità della domanda, dall’altro viene lasciata al debitore (imprenditore) e creditore (Amministrazione Finanziaria) piena libertà circa il contenuto che la transazione fiscale può assumere: il Legislatore ha voluto con ciò valorizzare l’autonomia delle parti, in piena armonia con l’obiettivo di snellimento delle procedure e riconduzione delle stesse ad una struttura più moderna a carattere prevalentemente privatistico. Questo schema è peraltro tema portante di tutta la riforma delle nuove procedure concorsuali.