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L'earnings management nei bilanci delle società di calcio professionistiche italiane

Il mercato dei diritti televisivi come concausa della crisi del calcio Italiano

Non c’è solo la sentenza Bosman tra i principali imputati della situazione di forte deficit finanziario in cui versa, da dieci anni a questa parte, il settore calcio in Italia. Non poco peso ha avuto la commercializzazione dei diritti per la trasmissione televisiva degli eventi sportivi.

L’avvento della nuova emittente televisiva a pagamento, Stream TV, a cavallo tra la fine degli anni Novanta e i primi anni del Duemila, ha spezzato gli equilibri fino a quel momento raggiunti. La spietata concorrenza con l’altro operatore allora presente sul mercato, Telepiù, fece notevolmente crescere i prezzi di tali diritti. Le società di calcio ottennero chiaramente importanti benefici dalla nuova situazione venutasi a creare e videro crescere i ricavi con estrema facilità.

In questo nuovo scenario, le società furono allettate dall’idea di poter spendere parte di quelle considerevoli cifre nelle sessioni del calciomercato, per assicurarsi le prestazioni dei migliori calciatori. Non a caso, in quegli anni, il campionato italiano era il più seguito al mondo, proprio perché poteva vantare la presenza della maggior parte dei campioni mondiali.

Naturalmente, tale presenza non faceva altro che rendere ancora più appetibile per le pay-tv la domanda del prodotto calcio e la sua trasmissione in diretta, comportando un ulteriore aumento degli importi corrisposti alle società per la cessione dei diritti. Le società vedevano i propri ricavi crescere incredibilmente senza grossi sforzi, né tantomeno rischi.

Ma l’errore delle società di calcio fu quello di non essere state in grado di capire le future evoluzioni del mercato, credendo che la crescita delle tv a pagamento potesse continuare ancora a lungo. Nonostante il crescente prestigio del calcio italiano, le tv private conobbero un periodo di rallentamento dovuto sia ai crescenti costi sia al livello dei ricavi che stentava a crescere, causa la ricca offerta delle tv in chiaro. Il giocattolo si ruppe e la situazione precipitò.

Le emittenti private non erano più in grado di sostenere costi così alti per l’acquisto dei diritti e le società dovettero registrare forti decrementi nella voce ricavi. Per di più, le società italiane avevano fatto delle tv private la loro principale fonte di ricavo. Un vero paradiso durato però solo pochi anni. La nascita nel 2003 di Sky, dalla fusione dei precedenti due operatori, ha ridimensionato l’offerta fatta alle società, che si sono dovute gioco o forza adeguare.

Alcune società, non avendo trovato un accordo economico, si sono riunite creando una nuova piattaforma televisiva denominata Gioco Calcio, rimasta in attività solo nella stagione sportiva 2003/2004. A fronte di ricavi più bassi, i costi delle società sono però rimasti agli stessi livelli (soprattutto a causa dell’elevato monte ingaggi), determinando gravi squilibri nei loro bilanci.

E’ in questo contesto che si è reso necessario varare una legge che mettesse un freno al ricorso sfrenato alle plusvalenze, per ripianare i conti deficitari. Esporremo nel prossimo paragrafo le discussioni e le conseguenze seguite alla legge 27/2003. Per completezza, ricordiamo la nascita nel 2005 di un’altra piattaforma televisiva commerciale italiana, Mediaset Premium, in onda sul digitale terrestre.

La nuova situazione del mercato delle tv a pagamento è mutata dopo questo nuovo ingresso e ha comportato alcune novità nella disciplina della vendita dei diritti televisivi, divenuta da quest’anno collettiva. Secondo un’analisi condotta da StageUp- Sport & Leisure Business, la redditività media dei club partecipanti al campionato di serie A crescerà, in seguito a tale nuovo sistema, da un passivo di 8,3 milioni di euro a un attivo di 0,4 milioni di euro, a parità di costi. Il fatturato complessivo delle società italiane dovrebbe attestarsi attorno ai 1500 milioni di euro (di cui il 63% derivante dalla vendita dei diritti televisivi), contro i 1520 milioni delle società tedesche e i 2650 milioni di quelle inglesi.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'earnings management nei bilanci delle società di calcio professionistiche italiane

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Informazioni tesi

  Autore: Giuseppe Pascalicchio
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Libera Univ. Internaz. di Studi Soc. G.Carli-(LUISS) di Roma
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Giovanni Fiori
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 86

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Parole chiave

bilancio
calcio
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