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L'autismo e i disturbi visuo-percettivi

Capacità ''savant''

Nel suo libro, Frith (1989) cita l’opera di un’altra autrice “Schegge splendenti della mente” (Hermelin, 2001). Il tema che qui viene trattato è quello del fenomeno dei savant. Originariamente il termine utilizzato per far riferimento a questi individui era idiot savant, nel quale vi è l’evidente contrapposizione tra una specifica prestazione di livelli eccezionali e una prestazione di basso livello in quasi tutti gli altri ambiti.
Circa il 10 % dei soggetti autistici presenta questi talenti speciali in diversi campi come, ad esempio, disegnare e dipingere, comporre musica, imparare lingue straniere, scrivere poesie, etc. (Frith, 1989).
Un’abilità speciale è quella di Stephen Wiltshire che riproduce esattamente ciò che ha osservato senza la necessità di appunti, come se fosse una macchina fotografica.
Si è notato che tutti gli individui savant mostrano interesse per la loro attività mentre viene svolta, e non per il prodotto che ottengono una volta che hanno terminato il loro lavoro. Poiché le abilità speciali compaiono spesso senza che vi sia stato un insegnamento o una pratica significativa, ancora non si sa da dove abbia origine il fenomeno savant. È possibile che un fattore necessario per sviluppare questi talenti speciali, sia l’interesse circoscritto tipico degli individui affetti da sindrome autistica. È come se i savant potessero predisporre moduli per delle procedure specifiche in diversi campi, ma ancora non si sa in che modo vengano avviati questi moduli. Ad esempio, la prima comparsa dell’ “abilità del calendario”, che consiste nel sapere il giorno della settimana di qualsiasi data del calendario, potrebbe corrispondere con un forte interesse per una data precisa del calendario, come un compleanno; nuove conoscenze vengono in seguito aggiunte e conservate nella memoria a lungo termine (Frith, 1989).
Un altro aspetto che non ha ancora una spiegazione è il raggiungimento di prestazioni eccezionali solo da parte di alcuni individui che costituiscono una minoranza.
Happé e Vital (2009) si sono interrogati sul perché tali impressionanti abilità risultino essere molto più comuni nella sindrome autistica, nella sindrome di Asperger e nell’autismo atipico, vale a dire nei disturbi dello spettro autistico.
La mancanza di una teoria della mente potrebbe determinare delle condizioni particolare nei DSA, infatti, gli individui che non attribuiscono intuitivamente e automaticamente gli stati mentali sono più capaci di pensare in modo originale, fuori dagli schemi e diversamente dalle teorie popolari.
Bisogna comunque aggiungere che l’originalità da sola non può costituire un talento. Se da un lato viene suggerito che siano le disfunzioni esecutive a fungere da meccanismo dispensatore di talenti speciali nei disturbi dello spettro autistico, dall’altro non vi è una maggiore incidenza di capacità particolari in altri gruppi con difficoltà esecutive.
In realtà, la caratteristica che più di altre sembra predisporre allo sviluppo di abilità speciali è stata riconosciuta nei tipi di elaborazione incentrata sui dettagli: la coerenza centrale debole e il funzionamento percettivo accresciuto. Per spiegare meglio quest’ultima ipotesi, Happé e Vital (2009) si rifanno alla triade dei disturbi di Wing e Gould (1979), secondo la quale l’autismo e la sindrome di Asperger sono diagnosticati in base alla rilevazione di deficit nell’interazione sociale, nella comunicazione, e di comportamenti ripetitivi e interessi limitati. Gli autori pensano che questi aspetti siano divisibili e che non debbano obbligatoriamente essere presenti tutti e tre per una diagnosi di autismo. Nonostante essi considerino la “divisibilità della triade” un’ipotesi ancora in corso, se ne servono come punto di partenza per la loro ricerca: si chiedono quale aspetto dei DSA predisponga allo sviluppo di un talento speciale.
Per riassumere e concludere, il meccanismo che darebbe inizio allo sviluppo di un talento potrebbe essere uno dei seguenti:
- cecità mentale: la difficoltà nel riconoscimento e nella rappresentazione degli stati mentali altrui che riflette un funzionamento cerebrale anomalo. Se gli individui affetti da autismo hanno minore consapevolezza di sé, allora potrebbero essere avvantaggiati in quelle abilità maggiormente sviluppate attraverso l’apprendimento implicito. Nonostante siano fatti reali che la cecità mentale contribuisca ad avere una particolare visione del mondo e che favorisca lo sviluppo di alcune capacità, è improbabile che sia all’origine dei talenti savant;
- disfunzioni esecutive: gli individui con disturbi dello spettro autistico mostrano difficoltà nel pianificare il futuro, ma paradossalmente ciò non sembra impedire lo sviluppo di capacità speciali. In ogni caso, altri gruppi clinici che mostrano un deficit nelle funzioni esecutive (ad esempio il disturbo da deficit di attenzione/iperattività) non sono caratterizzati da una maggiore incidenza di talenti savant;
- stile cognitivo incentrato sui dettagli: a differenza delle teorie precedenti, lo stile di elaborazione che caratterizza i disturbi dello spettro autistico è volto a spiegare gli isolotti di capacità tipici di questa condizione. La coerenza centrale si riferisce alla tendenza negli individui con sviluppo tipico a elaborare le informazioni in un tutto coerente, a differenza degli individui con DSA. Il collegamento tra elaborazione incentrata sui dettagli e talenti ben sviluppati nell’ambito della matematica, dell’arte e della musica può essere spiegato dal fatto che l’attenzione ai dettagli e l’utilizzo di un modello basato sulla memoria siano il “motore” che permette lo sviluppo di talenti savant.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'autismo e i disturbi visuo-percettivi

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Informazioni tesi

  Autore: Ludovica Fogliato
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Scienze e tecniche psicologiche dello sviluppo e dell'educazione
  Relatore: Raffaella Giovanna Nella Ricci
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 35

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