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Programmazione televisiva e musica nella tv commerciale italiana

Televisione e tipologie musicali

Come sappiamo la musica si divide in generi o meglio in grandi categorie di classificazione, perché è sempre più difficile stabilire con esattezza a che genere appartiene una composizione. Queste grandi categorie sono gruppi che contengono composizioni aventi medesimo organico strumentale, destinatario e contesto, anche essendo diverse nella forma. Non sempre quindi, come ho appena detto, è possibile definire con esattezza a quale gruppo un brano musicale appartiene, anche perché esistono moltissime sottocategorie.
Le due macro categorie principali sono:
1. la musica d’arte
2. la musica di consumo
Quest’ultima a sua volta contiene:
2a. musica popolare e etnica
2b. musica rock
2c. musica new age
2d. nuovi generi

La musica d’arte, spesso meglio conosciuta come musica classica (anche se il termine “classico” “viene in genere assegnato dai posteri, dunque ciò che oggi si definisce classico non lo era ai tempi in cui venne composto”), è la musica colta, che va dalle origini ai primi anni del Novecento. Comprende il canto gregoriano, la musica liturgica, corale e da camera, l’opera lirica (genere teatrale abbinato alla musica e al canto) e la musica sinfonica.
La musica popolare è la musica pensata per il popolo, di facile comunicatività, spesso ingloba elementi della musica etnica ma è più commerciale. È associata agli strumenti con cui viene suonata e ai balli che l’accompagnano (famose le cornamuse scozzesi, il ballo liscio italiano e la canzone napoletana). È da distinguere dalla musica pop, dove pop significa sì popular ma con questo termine si intende la musica leggera contemporanea occidentale. La musica popolare include anche quella folkloristica, cioè quella che proviene dal popolo, dalla tradizione, dalle sue radici. La musica etnica è la musica popolare di paesi come l’Africa, il Sud America, l’Australia e il Medio Oriente. La musica popolare con contaminazioni etniche viene definita world music. Nella musica popolare rientrano ad esempio il country, il flamenco, il tango, la musica celtica, musiche caraibiche e afrocubane.
La black music e il jazz sono altri due sottogeneri importanti della popular music. La prima contiene il blues (musica di origini statunitensi, malinconica, caratterizzata da quel dondolio chiamato swing e dall’improvvisazione), il R&B (la musica popolare degli afroamericani, versione ritmata del blues), il rap (una sequenza di versi parlati e ritmati), il reggaeton (nato a Puerto Rico e con un ritmo molto particolare con influenze dell’hip hop), il funk (rude, libero, poco sofisticato, con ritmo incalzante), la musica soul (che fonde blues, gospel e elementi della canzone pop), il ragtime (musica strumentale pianistica con ritmo binario sincopato) e la discomusic (musica da ballare e da ascoltare).
La musica rock utilizza principalmente la chitarra elettrica, la batteria, i sintetizzatori, la tastiera e il basso. Mischiata con la popular music ha creato il folk rock e mescolata col jazz ha fatto nascere la musica fusion. È la categoria musicale che dagli anni ‘60 ha sviluppato più sottogruppi di tutti, contiene ad esempio l’hard rock (molto rumoroso, potente e aggressivo), il pop rock (musica leggera con struttura pop ma stile e aggressività del rock), il punk rock (sostenuto appunto dai punk e che ha creato band di successo come i Sex Pistols o i The Clash), il rock&roll (con ritmo boggie-woogie), il gothic rock (che crea atmosfere basate sull’immaginario gotico – luoghi lugubri, solitudine, fantasmi-) e il rock psichedelico (rock ispirato a visioni e allucinazioni derivanti dall’uso di droghe. Questo genere di musica, di cui si può non condividerne la musa ispiratrice, ha creato però gruppi e canzoni storiche come quelle dei Pink Floyd o l’allucinatoria Lucy in the Sky with Diamond dei Beatles).

Questo brano è tratto dalla tesi:

Programmazione televisiva e musica nella tv commerciale italiana

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Informazioni tesi

  Autore: Francesca Carminati
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Bergamo
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Scienze della comunicazione
  Relatore: virgilio bernardoni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 49

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