Il teatro di Carlo Quartucci, 1959-1967: un percorso attraverso l'Aspettando Godot di Beckett

Nel luglio del 1965 Quartucci e la compagnia del “Teatro della ripresa” decidono per un puro scatto di rabbia dovuto all’esperienza quasi fallimentare del “teatro studio”, di allestire una rassegna dedicata interamente a Beckett ed alla sua drammaturgia.
Il festival di “Samuel Beckett” si tiene dal 16 Luglio a Prima Porta, fuori Roma in uno spazio aperto sul Tevere. Per l‘occasione la compagnia mette in scena, all’aperto, tre opere beckettiane: Aspettando Godot, Finale di partita ed Atto senza parole. La regia è curata, per tutte e tre le rappresentazioni, da Quartucci. La compagnia decide di allestire il festival a Roma, poiché due anni prima proprio a Roma fu allestito Finale di partita, che aveva scosso anche alcuni critici importanti.
In questa messinscena di Aspettando Godot Claudio Remondi e Mario Rodriguez sono sostituiti rispettivamente da Cosimo Cinieri e Sabina De guida.
Remondi viene sostituito poiché ha avuto un incidente ed ha preso del tempo per ristabilirsi. Invece, in Finale di partita Cosimo Cinieri sostituisce Quartucci, che nella rappresentazione del 1963 interpretò Negg. Atto senza parole è interpretato da Leo de Bernardinis e Cosimo Cinieri.
Il festival richiese due mesi di prova e le sue repliche durarono circa un mese, durante il quale Quartucci, contemporaneamente alla rassegna, tenne un laboratorio sull’informale. Il laboratorio intendeva “rompere” l‘idea tradizionale del corpo, e per esprimere al meglio questa idea Quartucci usò le musiche di Stockhausen, diapositive sull’informale e le immagini di Charlot e Buster Keaton.
Durante il festival il gruppo di Quartucci crea una sorta di accampamento lungo il Tevere poiché, contemporaneamente alla rassegna, la compagnia iniziò le prove di Zip.
La rassegna ha molto successo ed è apprezzata da molti critici importanti come anche ricorda Claudio Remondi: sono stati quindici giorni di tutto esaurito, sempre esaurito. E‘ venuto tutto il teatro italiano, tutti gli attori famosi…ma tutti…pubblico esperto…(…) E ha avuto un grande successo.
Questo festival è il frutto di un lavoro che Quartucci ha svolto dal 1959 sulla drammaturgia beckettiana e la sua comprensione. Infatti, è stato allestito dopo le varie rappresentazioni di commedie beckettiane come: Aspettando Godot, Finale di partita ed altre. In questa occasione, dunque, la compagnia ha un‘idea più chiara delle opere di Beckett e del loro valore. Invece, agli esordi le opere del drammaturgo irlandese non erano molto conosciute dal gruppo. Difatti, Quartucci ha affermato che: se ero partito che non sapevo niente di Beckett, poi invece proprio scenicamente me lo sono sposato.