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Il bilancio sociale come strumento a supporto delle strategie di sviluppo delle aziende sportive non for profit

L’economicità, l’efficacia e l’efficienza nelle aziende non for profit.

Abbiamo più volte fatto riferimento nei paragrafi precedenti al concetto di economicità della gestione, in questo paragrafo si cercherà di comprendere il significato di questo termine e quali peculiarità assume all’interno del mondo non for profit.
Il principio di economicità può essere definito come quella particolare condizione di funziona-mento dell’azienda che consente alla stessa di perseguire, in modo autonomo e duraturo, le finalità generali dell’istituto. Anche le aziende non for profit, come qualunque altro tipo di azienda, dovranno orientare la loro gestione al rispetto del principio di economicità, per sopravvivere in autonomia nel medio/lungo periodo, e, di conseguenza, poter continuare a realizzare i loro specifici fini istituzionali, i quali, come detto nel primo paragrafo, sono riconducibili al soddisfacimento di bisogni inappagati della collettività di riferimento. In altre parole per le aziende non for profit l’economicità rappresenta un presupposto indispensabile e un vincolo che la gestione deve rispettare per poter perseguire nel tempo e in autonomia la specifica finalità istituzionale che si è posta.
Quindi, il rispetto del principio di economicità garantisce durabilità e autonomia alle aziende non for profit e si configura sia come una regola di condotta che come un obiettivo della gestione. Per durabilità si intende la continuità della attività aziendale ed essa rappresenta un’attesa comune a tutti i diversi interlocutori sociali dell’azienda non for profit. I soggetti promotori che hanno posto in vita l’istituto si attendo che perduri nel tempo, e, quindi, sia in grado, anche nel futuro, di creare valore sociale per la collettività di riferimento. Anche gli altri stakeholder dell’azienda non for profit, come, ad esempio gli utenti del servizio, i soggetti finanziatori, i collaboratori d’impresa, si attendono che permanga nel tempo e sia, quindi, in grado, attraverso il suo agire, di soddisfare le loro attese e i loro bisogni sia oggi che nel futuro. Per autonomia si intende la libertà di scegliere i propri fini, le strategie per perseguirli e le proprie modalità di governo senza sottostare alla volontà di altri istituti o di altri soggetti. Per mantenere l’autonomia è necessario che l’azienda sia in grado di operare senza far sistematico ricorso a interventi di sostegno da parte di altre organizzazioni.
La perdita della proprietà di autogoverno si può verificare, per esempio, nel caso in cui gli interventi di finanziamento esterni siano tali, per entità e continuità, da costringere l’organizzazione non for profit a modificare le proprie finalità in modo conforme agli orientamenti dei finanziatori. Ciò si può verificare, nel caso dell’azienda sportiva non for profit, quando questa dipenda finanziariamente, in misura prevalente, da un unico soggetto, quale può essere l’ente locale o un’impresa sponsor. In tal caso questo soggetto avrà un’elevata influenza sulla determinazione dei fini e delle strategie, le quali saranno coerenti con le sue esigenze e la sua visione. In questa situazione anche la sopravvivenza nel lungo periodo sarebbe molto precaria, poiché se il soggetto finanziatore cessasse di erogare i suoi con-tributi, i piani e la stabilità dell’azienda sportiva non for profit sarebbero messi in notevole discussione.
Quanto esposto ci dà la possibilità di dare un’ulteriore definizione di economicità, come la capacità dell’azienda di perseguire i suoi fini istituzionali senza accumulare continue perdite. Infatti, in caso contrario l’organizzazione si troverà ad affrontare tre alternative conseguenze sul suo futuro: cessare l’attività; essere inglobati all’interno del settore pubblico e, quindi, perdurare ma dipendendo da altri; rifondare l’istituto con l’ingresso di nuovi soggetti privati che può generare una modifica del fine istituzionale o della strategia per perseguirlo. Quanto detto non si scontra con le considerazioni fatte nel primo paragrafo, in merito all’assenza di finalità lucrative. Il fatto che le aziende non for profit non debbano operare in perdita, non si significa che automaticamente devono operare come le imprese e orientarsi alla creazione di ricchezza. Si è già avuto modo di dire che il divieto riguarda la distribuzione della ricchezza prodotta dall’attività aziendale a certe categorie di stakeholder, ma è assolutamente auspicabile che le aziende non for profit realizzino degli avanzi di gestione. Questi, come dice poi la parola stessa, non sono profitti, ma sono risparmi che verranno reinvestiti nell’attività istituzionale, al fine di incrementare la capacità di creare valore sociale.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il bilancio sociale come strumento a supporto delle strategie di sviluppo delle aziende sportive non for profit

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Informazioni tesi

  Autore: Andrea Simbeni
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Brescia
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia Aziendale
  Relatore: Mario Mazzoleni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 253

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