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Forme dello sguardo e processi di visualizzazione nel cinema digitale

Eternal sunshine of the Spotless Mind (2004) di Michel Gondry

La tecnologia digitale, come abbiamo già detto, ha messo in stretta relazione le questioni del sonoro e dell’immagine sintetica; oltre all’impatto su quest’ultima, allora, andiamo ad analizzare quello sul suono e sulle tecnologie digitali di riproduzione sonora. Seguendo il percorso tracciato da Di Donato nel saggio La spazializzazione acustica del suono filmico in Eternal Sunshine of the Spotless Mind e The Final Cut, vedremo, in particolar modo, le insolite funzioni del surround. In Eternal sunshine of the spotless mind (Se mi lasci ti cancello) l’utilizzo di questa tecnologia assume una grande importanza “nell’ambito delle strategie di messa in scena, contribuendo a delineare lo statuto, altrimenti ambiguo, delle diverse dimensioni diegetiche presenti nel testo”.
La condizione di ascolto attivata dagli impianti surround colloca lo spettatore al centro della scena sonora. […] i suoni possono venire da tutte le posizioni, determinando, appunto, una condizione di “immersione acustica”. La trasformazione – rispetto all’ambito monofonico e stereofonico in cui il suono si diffonde frontalmente – è radicale: la localizzazione dei suoni non è più coincidente con lo schermo, ma attiva punti di fuga che non hanno alcuna corrispondenza con l’immagine. […] Da una parte è possibile allargare il campo sonoro oltre i confini dell’immagine, determinando un effetto di maggiore realismo, dall’altra l’attivazione di punti di fuga acustici intorno allo spettatore mina il tradizionale equilibrio tra il suono e l’immagine, caratteristico del cinema classico.
Prima di vedere, nello specifico, il ruolo della tecnologia surround all’interno del film di Gondry, è bene soffermarci un attimo su questo sistema di riproduzione sonora.
I canali surround diffondono il suono tramite altoparlanti disposti lateralmente e posteriormente rispetto al pubblico in sala; per questa loro collocazione, salvo casi eccezionali, vengono utilizzati per i suoni over, ossia le fonti sonore fuori campo, e per i suoni acusmatici, quelli che riusciamo a sentire, senza vederne, però, la causa sullo schermo. Come sottolinea Di Donato, questi effetti sonori, “che determinano un fuori campo attivo, sono generalmente più frequenti nei canali stereofonici frontali che in quelli surround”.
Utilizzato per i suoni fuori campo e per quelli acusmatici, il surround evidenzia lo “scarto” tra l’immagine e la fonte sonora, una distanza, questa, che deve essere “trattata” con molta cautela, poiché può creare una frattura percettiva tra il piano visivo e quello uditivo dello spettatore. Come fa notare Di Donato, proprio la caratteristica direzionale del suono surround, che determina quella condizione di distacco percettivo, può essere funzionale alla produzione di effetti particolari: “per determinare uno spazio “aumentato”, cioè attivato in parte dall’immagine in parte dal suono […] per produrre un “effetto fondale” […] per determinare una dialettica tra “centralità sonora e “multidirezionalità” […] per attivare sul piano acustico una dimensione altra, che si aggiunge o addirittura oltrepassa quella visibile”.
In linea generale possiamo affermare che il surround viene utilizzato per avvolgere lo spettatore, poiché crea un vero e proprio ambiente acustico; ma se il suo utilizzo per i rumori o per i suoni d’ambiente è ormai una prassi comune, per i dialoghi, afferma Di Donato, “costituisce una vera e propria eccezione presente in un numero assai limitato di film” e continua evidenziando che “le procedure di spazializzazione dei dialoghi, pur incontrandosi raramente, sono più frequenti in rapporto ai canali stereofonici frontali che non al surround”.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Forme dello sguardo e processi di visualizzazione nel cinema digitale

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Informazioni tesi

  Autore: Matteo Zannoni
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Forme e tecniche dello spettacolo
  Corso: Scienze dello spettacolo e della produzione multimediale
  Relatore: Mauro Di Donato
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 177

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