Opportunità e limiti dell'outsourcing. Il caso Dexia Crediop SpA

In Dexia il ricorso all’outsourcing è una pratica ampliamente diffusa e consolidata nel tempo per diverse ragioni, le principali sono quattro: innanzitutto la verbalizzazione dei costi, quindi la riduzione dei rischi e dei costi, il più rapido time-to-market e infine la possibilità di focalizzare le competenze interne su aree più vicine ed al core business della banca. Ad oggi sono diversi i modelli di sourcing messi in atto: l’istituto è passato dall’esternalizzazione del data center degli anni 90 a soluzioni sempre più sofisticate che riguardano l’Application Management, il Business Process Outsourcing e il co-sourcing. La scelta della tipologia e della modalità di erogazione del servizio dipende dalla specificità del singolo servizio: al di là delle forme contrattuali prescelte (full outsourcing, outsourcing selettivo, co-sourcing) il modello di outsourcing scelto deve essere coerente con l’evoluzione dell’organizzazione, ovvero per affrontare con successo l’outsourcing è necessario scegliere un modello conforme con la propria organizzazione e impostare le relazioni con i fornitori in modo da valorizzare al meglio il loro contributo e ridurre i rischi di esaurimento del know-how, che limiterebbe la capacità di reagire ai cambiamenti e alle innovazioni rendendo l’organizzazione dipendente in misura eccessiva da terzi. Si ricorre all’outsourcing non solo come strumento di efficienza ma anche come fattore abilitante di innovazione: l’esternalizzazione rimane la modalità che più di ogni altra consente alla banca di mantenersi competitiva sul mercato avvalendosi di servizi di qualità elevata e beneficiando di forti economie di scala.