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Io sono io: la ricerca dell'identità nella letteratura per bambini e ragazzi

Oltre la letteratura per l’infanzia

Esistono o posso esistere messaggi narrativi esclusivamente per ragazzi?
Giovanni Genovesi, inizia con questo quesito il suo intervento in proposito al rapporto tra educazione e narratività.
La produzione in commercio di testi per l’infanzia, ci suggerisce che la risposta è “si”, ma la domanda che dobbiamo farci, deve avere allora una natura più complessa.
Quando un messaggio narrativo è educativo? Se lo è, sempre efficace? Come si giustifica ai giorni d’oggi la letteratura per l’infanzia? In che modo esiste un legame tra letteratura e educazione? E infine quando si parla di narrazione?
Se pensiamo all’educazione in un contesto ampio come quello della comunicazione, vediamo come in esso confluiscano modalità segniche diverse che, a loro volta, danno vita a modalità di comunicazione.
Come può, a questo punto, il messaggio narrativo essere anche educativo?
Attraverso due canali che si intersecano: il lettore/fruitore e il lettore/educatore.
Il fulcro della narrazione, sta nel suo contenuto conoscitivo ma non come semplice informazione, bensì come contatto empatico ed emotivo.
E qui comincia il difficile “compito” di un buon libro ossia non abbagliare, non sedurre ma conquistare; la necessità della conquista risponde all’esigenza di un rapporto con il fruitore di complicità e unione, senza di questi il messaggio educativo non può arrivare.
Un linguaggio complesso e pretenzioso non lascia spazio al lettore di “completare” con i propri vissuti quello che la narrazione non dice ma suggerisce.
In questo modo, il messaggio sprigiona la sua carica educativa in quanto non vuole insegnare ma suggerire, non dare risposte ma creare domande. Laddove nasce una domanda inizia un altro mondo, iniziano nuove storie dentro la storia, personale o del testo.
Educazione e narratività adoperano, dunque, il medesimo linguaggio privo di prescrizioni e all’insegna della scoperta, dell’evoluzione e della provocazione
La narrazione per natura oltre che richiamare elementi dell’infanzia quali il piacere, il fantasticare, il possibile, e il ludico tutti elementi necessari per l’instaurazione di un rapporto educativo, apre le porte alla trasfigurazione e all’astrazione stimolando una visione trasversale e non convenzionale della realtà senza che questa perda in significato, scardinando così preconcetti e cliché.
Così anche l’educazione, non si accontenta di rimanere negli spazi della sua tradizione, ma va oltre cambia e si evolve cerca nuovi punti di vista per osservarsi.
Il linguaggio narrativo, diviene vivo davvero solo quando vissuto dal fruitore, le parole e i significati assumono valore solo attraverso questo rapporto di comunicazione.
Ciò che rende maggiormente educativa una narrazione rispetto ad altre, sono il contesto e le modalità con i quali il messaggio è trasmesso.
Genovesi parla di due grandi branche della narratività che si intersecano tra loro.
La prima assume tutti i messaggi che intercorrono tra educatore e educando durante le azioni che li coinvolgono.
In educazione i messaggi dell’educatore hanno la possibilità di essere “narrativi” cioè capaci di sollecitare sia emittente sia destinatario, è qui che incontriamo la Narrativa parlata primaria.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Io sono io: la ricerca dell'identità nella letteratura per bambini e ragazzi

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Informazioni tesi

  Autore: Irene Core
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli studi di Genova
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze pedagogiche
  Relatore: Pino Boero
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 131

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