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Anoressie e cultura postmoderna

Lo spettro anoressico-bulimico postmoderno

Nella cultura dello spettacolo e dell’apparire, del dominio dell’immagine e dell’idealizzazione del corpo magro, dell’effimero e dell’esperienza imponderata, del consumismo e della globalizzazione, anche i disturbi del comportamento alimentare appartenenti allo spettro anoressico-bulimico paiono aver subito tali trasformazioni socioculturali. Si parlerà di spettro anoressico-bulimico perchél’anoressia e la bulimia sembrano costituire le due facce della stessa medaglia, le due alternative di un cattivo rapporto con l’immagine del proprio corpo: il rigido rifiuto di mangiare e l’abbufata vorace incontrollabile hanno identici significati simbolici che rimandano allo stesso disturbo di base, quello della mancata elaborazione del sentimento del proprio corpo.

Il loro discorso segue la medesima logica: l’anoressia punta a realizzare concretamente l’Ideale egoico del corpo magro privo di ogni pulsione mentre la bulimia rappresenta il fallimento di questo Ideale egoico a causa dell’irruzione pulsionale che determina la spinta compulsiva al mangiare illimitato. Attualmente i sintomi dello spettro anoressico-bulimico sembrano esseri spostati da una dimensione strutturale nevrotica verso una più vicina a quella delle organizzazioni borderline di personalità, caratterizzate da una modalità di funzionamento psichico protomentale, una carenza della capacità simbolica e una tendenza ad usare il corpo sia come strumento di controllo che come modalità di scarica di tensioni percepite come insostenibili. Tra le pazienti anoressiche ”‘classiche”’ e quelle postmoderne, inoltre, ci sono grandi differenze nel modo in cui si pongono di fronte alla malattia. In passato, nessuna paziente anoressica aveva mai sentito parlare così tanto (anche mediaticamente) di questa affezione e, in un certo senso, ognuna era stata l’inventrice originale della strada che aveva scelto verso l’indipendenza; oggi, invece, la maggior parte delle pazienti ha visto, letto o sentito parlare del-l’anoressia mentale, o prima o dopo essersi ammalate.

L’anoressia offre al soggetto un nome, un riconoscimento simbolico, un’insegna sociale. Il fenomeno anoressico manifesta, innanzitutto, l’identificazione idealizzante del soggetto all’Anoressia, all’evidenza dell’Anoressia che viene sostenuta dal discorso sociale contemporaneo. Quest’ultimo, infatti, valorizza in un modo mai sperimentato nelle epoche precedenti il corpo-magro, il valore estetico del corpo femminile come corpo-magro, e mette a disposizione una quantità illimitata di beni di consumo che promettono illusoriamente o inducono il raggiungimento di esso. Soprattutto nell’adolescenza, la cultura sociale, unita alla subcultura familiare, contribuisce a disegnare i tratti dell’ideale dell’Io o quelli dell’Io ideale, nella regressione narcisistica; tuttavia, la ricerca anoressica della magrezza, che affascina il soggetto e non basta mai, appare più o meno rapidamente come impellente, compulsiva, vicina alla dimensione della dipendenza tossicomanica.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Anoressie e cultura postmoderna

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Informazioni tesi

  Autore: Alice Moretti
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Urbino
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia
  Relatore: Francesco Comelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 125

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Parole chiave

anoressia
cultura postmoderna
psicologia dei gruppi

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