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Progettazione e costruzione di una superficie di controllo per l'elaborazione del suono

Uno strumento con cui suonare colorando: il cromofono

L'idea di costruire uno strumento è nata da un'esigenza ben precisa: dare l'opportunità di suonare/comporre a chi non ha le competenze tecniche e/o la possibilità di poterlo fare. In questa categoria rientrano: bambini, anziani, persone diversamente abili, ma anche chi non ha mai avuto il tempo o l'opportunità di dedicarsi allo studio di uno strumento.
Saper suonare uno strumento musicale richiede impegno e molta pratica; bisogna acquisire un minimo di competenza tecnica per far sì che da uno strumento, come per esempio il violino, esca un suono “piacevole” all'orecchio, mentre siamo tutti capaci di colorare su un foglio, ognuno a proprio modo e con uno stile personale.
Con questo non ho voluto comunque escludere nessuno: lo strumento musicale che mi accingevo a costruire doveva essere a mio avviso “suonabile” sia da performers dilettanti che da professionisti.
These two classes are often mutually exclusive. Musicians become easily bored with the ‘‘popular’’ tool, whereas the casual user may get lost with the sophisticated one. […] Is it not possible to design instruments that can appeal to both sectors: tools that, like many traditional acoustical instruments, can offer a ‘‘low entry fee with no ceiling on virtuosity’’?
Lo strumento progettato nasce proprio da queste riflessioni e permette di suonare con l'ausilio del colore. Essendo quest'ultimo l'elemento maggiormente preso in considerazione, il nome pensato per lo strumento è: cromofono.
Il pianista e compositore Aleksandr Skrjabin fu uno dei primi a tentare di costruire una logica per cui ogni nota fosse in qualche modo collegata ad un determinato colore.
Ugualmente Schönberg, Kandinsky e molti altri artisti del '900 si sono interessati ai legami tra suoni e pigmenti.
Anche la pennellata ha un “ritmo” e con la musica si può meglio comprendere il valore di ogni aggiunta. Dipingere seguendo il moto della musica è utile per evidenziare il ritmo intrinseco delle pennellate e l'armonia dei colori, ma se invece di seguire la musica la si crea, il risultato diventa nettamente più interessante. Dal binomio musica-pittura si evince come attraverso le rappresentazioni grafiche si possano esprimere anche sensazioni, movimenti, ritmi, suoni, stati psicologici e non soltanto raffigurazioni di oggetti e persone.
La sinestesia è la parola chiave per descrivere il cromofono. E' un termine che deriva dalla psicologia e riguarda il fenomeno della percezione, la relazione tra i sensi. L'aspetto più interessante è il “trasferimento” di concetti da un'area all'altra; le modalità intersensoriali sono ulteriormente confermate dalla varietà terminologica con cui in occidente si descrive il suono musicale: “freddo”, “brusco”, “netto”, “dolce” e così via.
Il cromofono è sia uno strumento musicale che una superficie di controllo. Per realizzarlo ovviamente è stato necessario capire come le informazioni sarebbero state “tradotte” dal sistema, che tipo di semantica prediligere e quali tecnologie sarebbero risultate utili nel costruirlo, ma innanzitutto è stato necessario conoscere quali erano i vincoli di progetto.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Progettazione e costruzione di una superficie di controllo per l'elaborazione del suono

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Informazioni tesi

  Autore: Ludwig Parentela
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Rappresentazione Audiovisiva e Multimediale (RAM)
  Relatore: Andrea Valle
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 123

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