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L’IFRS per le PMI: fondamenti teorici e profili operativi

Il fair value in presenza di un mercato non attivo: le tecniche di valutazione

Se il mercato per uno strumento finanziario non è attivo, l’impresa determina il fair value utilizzando una tecnica di valutazione. Nel caso, di mercato non attivo, l’uso di tecniche di valutazione fornisce, quindi, una stima del fair value migliore e più significativa rispetto alle transazioni del mercato.

Secondo l’impostazione tracciata dal principio, infatti, la prova migliore del fair value di uno strumento finanziario al momento della rilevazione iniziale, resta il prezzo di transazione, salvo che il fair value di tale strumento sia determinato mettendolo a confronto con altre operazioni correnti di mercato osservabili nello stesso strumento o basato su una tecnica di valutazione le cui variabili includono soltanto dati derivanti dai mercati osservabili. La finalità dell’utilizzo di una tecnica di valutazione è di stabilire quale prezzo avrebbe avuto l’operazione alla data di valutazione in un libero scambio, motivato da normali considerazioni commerciali. In generale il par. 11.29 stabilisce che il fair value deve essere stimato sulla base di tecniche di valutazione che utilizzino fattori e variabili di mercato e che si affidino il meno possibile a fattori specifici dell’impresa. Qualora esista una tecnica di valutazione, utilizzata comunemente da coloro che partecipano al mercato, per dare un prezzo allo strumento e tale tecnica abbia dimostrato di fornire stime attendibili dei prezzi praticati in operazioni correnti di mercato, l’impresa ha l’obbligo di utilizzare tale tecnica. Le tecniche di valutazione possono includere, se a disposizione, l’utilizzo di recenti operazioni di mercato normali tra parti consapevoli e disponibili, nonché il riferimento al fair value corrente di un altro strumento similare. Possono essere impiegate anche analisi con flussi finanziari attualizzati e modelli di prezzo delle opzioni, i quali, si noti, se costituiscono la tecnica di valutazione comunemente accettata tra gli operatori, devono (anziché possono) essere utilizzati.

Secondo l’IFRS per le pmi, una tecnica di valutazione dovrebbe riuscire a fornire una stima realistica del fair value se:

a. riflette ragionevolmente come il mercato dovrebbe stabilire il prezzo dello strumento e

b. i fattori utilizzati nella tecnica di valutazione rappresentano le aspettative di mercato e le valutazioni dei fattori di rischio-rendimento inerenti allo strumento finanziario oggetto di analisi.
A tale fine, pur non imponendo aprioristicamente alcuna metodologia specifica e lasciando ampia libertà di azione alle imprese, il Principio contabile richiede, tuttavia, che nella metodologia di valutazione prescelta, debbano essere incorporati tutti i fattori che i partecipanti al mercato considererebbero come rilevante nel fissare il prezzo.

Volendo approfondire la metodologia di costruzione delle tecniche di valutazione ed i fattori che le stesse devono considerare, si può fare riferimento a quanto indicato nello IAS 39, secondo il quale occorrerà considerare:

a. il valore temporale del denaro (cioè il tasso d’interesse free risk). I tassi di interesse di base, possono generalmente, derivare dai prezzi osservabili dei titoli di Stato. Questi tassi, tipicamente, variano a seconda delle date previste, attinenti ai flussi finanziari proiettati lungo una curva di rendimento dei tassi di interesse per i diversi orizzonti temporali. Per motivi pratici, è consentito alle imprese di usare un tasso generico prontamente osservabile e ben accettato, quale un EURIBOR o uno swap rate, come tasso di riferimento. In alcuni Paesi, i titoli di Stato possono avere un rischio di credito significativo e possono non fornire un tasso di interesse di base, quale riferimento stabile per strumenti denominati in tale valuta. In tali casi, occorrerà riferirsi ai titoli di società con miglior rating emessi nella valuta di tale giurisdizione, se hanno una migliore affidabilità creditizia e un tasso inferiore di finanziamento rispetto al governo centrale;

b. il rischio di credito. L’effetto sul fair value del rischio di credito, può essere determinato dai prezzi di mercato osservabili per strumenti trattati di diversa qualità creditizia, o da tassi di interesse osservabili, applicati dai finanziatori per finanziamenti di diverso merito creditizio;

c. i tassi di cambio di valuta estera;

d. i prezzi dei beni;

e. i prezzi di strumenti rappresentativi di capitale. I prezzi (ed indici di prezzi) di strumenti rappresentativi di capitale trattati sono prontamente osservabili in alcuni mercati. Le tecniche che si basano sul valore attuale possono essere utilizzate per stimare il prezzo corrente di mercato di strumenti rappresentativi di capitale, per i quali non sussistono prezzi osservabili;

f. la volatilità (cioè la dimensione delle variazioni future nel prezzo di uno strumento finanziario o altro elemento), sia utilizzando misurazioni della volatilità ricavate da dati storici di mercato, sia utilizzando la volatilità implicita nei prezzi correnti di mercato;

g. il rischio di rimborso anticipato e di riscatto; h. i costi di servizio di un’attività o di una passività finanziaria.

Infine, periodicamente, l’impresa deve provvedere a esaminare la metodologia adottata e verificarne la validità, procedendo, se necessario, ad effettuare le dovute correzioni e a modificare i parametri del modello di valutazione adottato.
Alcuni chiarimenti, merita la valutazione degli strumenti rappresentativi di capitale, che non hanno un prezzo di mercato quotato in un mercato attivo e dei correlati derivati che devono essere regolati con la consegna di uno strumento non quotato rappresentativo di capitale. Secondo il paragrafo 11.30 per tali strumenti il fair value è valutabile attendibilmente se:

- la variabilità nella gamma delle stime ragionevoli di fair value non è significativa per tale strumento o,

- le probabilità delle varie stime all’interno della gamma possono essere accertate ragionevolmente e utilizzate nella stima del fair value.

Tuttavia, se la gamma di stime ragionevoli di fair value è molto ampia e le probabilità delle stesse non possono essere valutate ragionevolmente, è precluso alle imprese lo strumento al fair value, dovendosi utilizzare il metodo del costo.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L’IFRS per le PMI: fondamenti teorici e profili operativi

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Informazioni tesi

  Autore: Luca Tacchini
  Tipo: Tesi di Dottorato
Dottorato in Internazionalizzazione delle piccole e medie imprese
Anno: 2011
Docente/Relatore: Cavazzoni Gianfranco
Correlatore: StefanoMarascaJean-DavidAvenel
Istituito da: Università degli Studi di Perugia
Dipartimento: Discipline Giuridiche ed Aziendali
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 189

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