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Genitori ed insegnanti nell'epoca del declino dell'Autorità

Genitori e insegnanti in tre tipi di società: tradizionale, autodiretta ed eterodiretta

La folla solitaria di David Riesman è una delle opere sociologiche più famose nella storia della sociologia americana. È altrettanto noto che in essa Riesman distinse personalità “dirette dalla tradizione”, “autodirette” ed “eterodirette”.
Nelle società caratterizzate dal prevalere di personalità “dirette dalla tradizione”, i figli seguono il sentiero dei genitori: tali società sono immobili e il lavoro è pura fatica senza possibilità di ascesa sociale. La società “diretta dalla tradizione” era tipica del Medioevo.
Le società “autodirette” emergono invece dal Rinascimento in poi, quando compaiono le prime tecnologie: allora il singolo trova in se stesso la propria bussola e i propri obiettivi.
L’uomo “eterodiretto” è invece l’uomo che andava emergendo, proprio negli anni ‘40 e ‘50, nell’America così profondamente osservata da Riesman, insieme consumistica e massificata. L’uomo eterodiretto cerca l’approvazione degli altri e cerca di essere come gli altri, è un uomo che vive con la paura di non essere accettato (mentre il fallimento per i primi due caratteri, si configurava come vergogna e colpa).
Col mutare dei caratteri sociali sono mutati anche i due principali agenti di socializzazione per un bambino: la famiglia e gli insegnanti.
Nella società diretta dalla tradizione il genitore è prima di tutto un pater familias; in essa i bambini vivono generalmente in famiglie estese e sono messi nella condizione di ricoprire molto presto un ruolo da adulto. Normalmente tutta la famiglia abita all’interno di una sola stanza e i genitori chiedono ai figli di svolgere, fin da piccoli, delle faccende domestiche o di aiutare il padre nel proprio lavoro: vogliono, quindi, che i figli succedano loro piuttosto che aver successo trovando una propria strada. In questo tipo di società inoltre, l’agente principale che concorre alla formazione del carattere è la famiglia estesa o il clan, il gruppo di appartenenza dell’individuo. Nello stadio dell’ “autodirezione” gli individui cominciano ad aprirsi alle nuove frontiere della produzione, colonizzazione e scoperta intellettuale. Sorgono nuove classi sociali, cresce la possibilità di far soldi e al bambino viene chiesto di fare non come il padre, ma meglio del padre, di “volare lontano da casa” e di avere successo. Non ci sono più famiglie numerose che vivono in una stessa stanza, ma nello stesso tempo è come se le relazioni personali contassero solo in vista di un futuro tornaconto. E anche tra genitori e figli i rapporti si complicano. La parete che adesso separa le loro camere da letto, sembra la stessa parete che divide in maniera ancor più decisa i loro ruoli all’interno della famiglia. “Il relativo disagio che vige nelle famiglie fortemente autodirette – la mancanza di indulgenza e metodicità nel rapporto con i figli – prepara il bambino alla solitudine e al disagio psichico suscitato dalle questioni e dalle situazioni sociali a cui può trovarsi di fronte.[…] Si può affermare che i genitori autodiretti installano un giroscopio psicologico nel figlio e lo mettono in moto, esso viene costruito seguendo le autorevoli indicazioni loro e altrui. Se il bambino è fortunato, il meccanismo di regolazione non girerà né troppo velocemente, con il pericolo di effetti isterici, né troppo lentamente, con il pericolo del fallimento sociale”.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Genitori ed insegnanti nell'epoca del declino dell'Autorità

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Informazioni tesi

  Autore: Cinzia Profita
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Palermo
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lettere
  Relatore: Roberto Rovelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 95

FAQ

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