''The Stuff That Nightmares Are Made Of''. Evoluzione della ''short story'' in J. S. Le Fanu

Sir Dominick's Bargain introduce un nuovo motivo, quella del patto col diavolo, che fin'ora non ho trattato. Questo soggetto sarà al centro di numerosi altri racconti nella produzione di Le Fanu, e ne costituisce uno degli elementi più ricorrenti. Come per la maggior parte dei racconti dello scrittore, ci troviamo in presenza di tracce di oralità e la mimesis del folklore locale ha sempre uno spazio rilevante nel contesto narrativo. La storia comincia infatti con il protagonista che descrive il suo viaggio nell'Irlanda del Sud per motivi di lavoro facendo un piccolo resoconto di come esso si svolge.

“In the early autumn of the year 1838, business called me to the south of Ireland. The weather was delightful, the scenery and people were new to me, and sending my luggage on by the mail-coach route in charge of a servant, I hired a serviceable nag at a posting-house, and, full of all the curiosity of an explorer, I commenced a leisurely journey of five-and-twenty miles on horseback, by sequestered cross-road, to my place of destination. By bog and hill, by plain and ruined castle, and many a winding
stream, my picturesque road led me.” (J. S. Le Fanu, “Sir Dominick's Bargain” in Madame Crowl's Ghost and Other Tales of Mistery)

Un fattore significativo è poi rappresentato dall'uso, all'interno del racconto, dell'aggettivo picturesque. L'elemento pittoresco non è infatti costituito dalla tradizionale e scontata bellezza della perfezione formale e dell'ordine, bensì dal fascino dell'irregolarità, della natura selvaggia, dalla bellezza della rovina, di ciò che un tempo poteva vantare un antico splendore e che ora è soggetto al degrado e alla decadenza, dal fascino del misterioso e del brutale, di ciò che non sottostà a leggi precise, ma che segue comunque un proprio corso. È proprio questo tipo di estetica che viene fuori dalla narrativa gotica e la caratterizza. È l'attrazione esercitata dall'inquietante e dal pericoloso che sta alla base della retorica del sublime, impronta teorica già accennata precedentemente, che è stata una delle basi su cui si è appoggiata la letteratura gotica.

Ad un certo punto del racconto il protagonista giunge in prossimità di un villaggio dove nota una vecchia casa in rovina che attrae la sua attenzione ed egli la immagina ai tempi del suo antico splendore.
Qui, il viaggiatore incontra un altro personaggio, che, vedendolo interessato al luogo, gli racconta la storia ed il motivo per cui trova la casa ridotta in tale stato. Colui che parla non è altro che un popolano, il cui nonno visse al tempo della vicenda e vide con i suoi occhi l'oscura sorte del malcapitato Sir Dominick. Il linguaggio usato dal narratore intradiegetico è diverso da quello del narratore extradiegetico, poiché, da popolano, appunto, la sua parlata è più umile e rozza.