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La Tela Videocinetica

Continuità e interaction design: Kino

Kino (2010) è la prima collaborazione commerciale di Marco Brambilla con Hugo Boss, con cui lavora per il lancio del profumo Just Different, mettendo in scena il viaggio mentale di un uomo elegante in una notte surreale. Il video è un lavoro molto più tecnico che artistico, infatti la parte tecnologica in questo lavoro è l'aspetto preponderante e più interessante. Tuttavia non è da sottostimare l'interessante lavoro fatto sul concetto di continuità simulata tanto caro alla produzione artistica di Marco Brambilla.

L'artista infatti fin dal suo primo lavoro, Continue (1977), dimostra una vera e propria ossessione per il tema della continuità simulata. Kino (2010) infatti costruisce un universo spaziale potenzialmente infinito in cui il costante movimento della telecamera virtuale che si sposta in uno spazio surreale unisce diversi ambienti in una continuità simulata resa possibile dall'armonico scorrere del tempo scandito da tre countdown, ognuno dei quali costituisce un punto di vista differente. In questo lavoro si può chiaramente individuare l'influenza degli studi sulla continuità del premio Oscar Zbigniew Rybczyński. Non ci si soffermerà oltre sul discorso della continuità per poter approfondire meglio il discorso sulla tecnologia e l'interaction design. Come precedentemente accennato Marco Brambilla afferma «it was more of an assignment», un compito dato dal committente che non lascia molto spazio all'espressione artistica libera.

Questi limiti sono posti non tanto dalla chiusura nei confronti dell'arte di Hugo Boss, quanto nelle specifiche esigenze tecniche imposte dal marchio. Infatti nel promuovere il profumo Just Different l'azienda voleva produrre un video diverso dal solito, sperimentando nuove tecnologie digitali di interazione. Per questo lavoro Marco Brambilla, da sempre attento alla tecnologia risulta essere il collaboratore ideale. Kino (2010) infatti sperimenta tecnologie di interazione tra video e spettatore utilizzando il web.

L'originalità del lavoro sta nel fatto che il video è stato costruito per una fruizione che può seguire tre differenti punti di vista, che si muovono nella continuità spazio temporale dell'universo creato da Brambilla seguendo percorsi differenti. Il video è stato rilasciato sul web assieme ad un software che collegandosi alla web cam del pc dello spettatore ne riconosce i movimenti della testa che seleziona uno dei tra i tre punti di vista possibili, avendo l'opportunità di cambiare punto di vista con un semplice movimento della testa. La costruzione di un video di questo tipo richiede particolari metodologie di lavoro in team tra diversi studi di post produzione, che nel lavoro di coordinamento simile alle produzioni seriali e settorializzate di Hollywood hanno limitato la libertà creativa dell'artista.

Limiti tecnologici, indispensabili per poter sperimentare l'interaction design, e lavorare all'interno di confini diversi dai canonici limiti delle produzioni video. Le due società di postproduzione con cui collabora Marco Brambilla sono Light & Day per gli effetti grafici e Blast Radius per l'interazione. Da un'intervista fatta da Beth Marchant a Colin Stackpole, direttore creativo di Light & Day si può avere una prima impressione della complessità del lavoro e soprattutto delle specifiche esigenze tecniche che questo tipo di video necessita.

Working with Brambilla was a great experience and the Hugo Boss project was interesting to do for a few key reasons, one being that the final deliverable was to a digital company, Blast Radius, who then made the piece interactive and two, the entire piece was built from scratch. There was no one shot that was the master shot or even a background plate. That being the case we used multiple shots which were motion control, we built CG elements, and used still images.

Da questa dichiarazione si evince che l'intero lavoro è stato costruito da zero senza una base, e si è dovuto realizzare il tutto in sinergia e collaborazione con Blast Radius, la quale avrebbe lavorato in seguito alle interazioni.

It was a tight collaborative effort with us and Blast Radius to make sure the interactive part really came together. Once we had the multiple motion control shots, incorporated the CG elements and used still images, we were able to separate the scenes out and create a bookend so the video could buffer the next sections when one scene was playing down in order to optimize it for web viewing. Afterwards, Blast Radius made it so you could change between the different layers (Theatrical, Movie Magic, Performance) by moving your head as the viewer's web cam tracked their movement.

In questo processo, in cui varie entità hanno avuto voce in capitolo per la costruzione del video finale, si può notare di come il ruolo di Marco Brambilla sia stato solo di un ingranaggio in una macchina produttiva più ampia dove più persone hanno introdotto elementi creativi e il controllo assoluto del processo di creazione non ha potuto vedere Brambilla come artista demiurgo. Questo tipo di metodologia di lavoro non è mai stata congeniale all'artista che fin dagli esordi ad Hollywood ha manifestato insofferenza nei confronti di questi processi collettivi. Brambilla è un artista che vuole piena autonomia, libertà e controllo del processo creativo che in Kino (2010) non ha potuto avere; tuttavia il video è un interessante esperimento che sarà sicuramente riutilizzato nel futuro per produzioni artistiche di media art a cui grazie alle collaborazioni commerciali sembra si stia avvicinando.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La Tela Videocinetica

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Informazioni tesi

  Autore: Davide Gianluca Vaccaro
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Scienze Umanistiche
  Corso: Cinematografia. Storia, Teoria, Patrimonio
  Relatore: Alessandro Amaducci
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 254

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