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L'oggettività nell'informazione: registri semiotici

Costruzione di un modello d'analisi sintattica

L'oggettività di un testo scritto, a prescindere da un punto di vista strettamente epistemologico, riguarda la facoltà di presentare al destinatario un'aderenza ai fatti possibilmente fedele. A tal fine, l'enunciatore, nel momento in cui si preoccupa di tale questione, si avvale di una serie di strumenti linguistici, affinché l'influenza della sua esperienza personale, della physis, non interferisca con una riproduzione adeguata delle proprie impressioni di verità.
Nel capitolo precedente, abbiamo potuto appurare come gli articoli di giornale analizzati possano essere, in un certo senso, perfettibili, da questo punto di vista. Non si vogliono analizzare, qui, le intenzioni che hanno mosso gli autori dei testi in oggetto, vale a dire il proposito o meno di esporre un resoconto su determinati avvenimenti senza una certa presa di posizione al riguardo. Una ragione di questa decisione sta nel fatto che, d'accordo con Umberto Eco, le intenzioni che muovono un autore nell'enunciare un determinato testo – in termini echiani, l'intentio auctoris - non corrispondono a ciò che il testo stesso restituisce agli occhi del destinatario: ciò che conta è l'intentio operis, cioè il senso che scaturisce dal testo nel suo complesso attraverso una serie di congetture interpretative da parte del lettore. Noi crediamo che l'intentio operis possa essere discernibile attraverso un'analisi di tipo essenzialmente testuale, come quella che abbiamo compiuto finora.
Abbiamo detto che l'oggettività nei testi analizzati si è rivelata, in tutti e quattro i casi, più o meno presente, ma sempre migliorabile, attraverso un'operazione di sostituzione od eliminazione di determinate porzioni di testo, introducendo determinate istanze (temporali, spaziali e via discorrendo). Queste, a nostro giudizio, possono permettere un maggiore débrayage della physis e, quindi, della presenza dell'autore nell'enunciato finale. Riteniamo opportuno segnalare una precisazione: noi condividiamo l'opinione di quanti sostengono che l'oggettività, così come l'obiettività, non è possibile da raggiungere in toto, ma dovrebbe comunque costituire un punto di riferimento essenziale nella scrittura giornalistica. Di conseguenza, riteniamo necessario affermare che anche le nostre considerazioni sono altrettanto perfettibili: ciò è uno dei motivi per cui abbiamo deciso di estendere la nostra analisi ad altri testi giornalistici. Di qui, infatti, daremo il via a un'indagine di tipo induttivo: le nostre ricerche condotte finora hanno seguito un procedimento deduttivo, allo scopo di costruire un modello di analisi adatto alle nostre considerazioni sui testi analizzati, avvalendoci dei contribuiti teorici di Benveniste, Coquet e Greimas. In questo capitolo, una volta presentato, in modo schematico, il nostro modello di analisi, seguirà una sua applicazione a un'altra serie di articoli.

Com'è possibile rilevare dall'analisi dei quattro articoli nel precedente capitolo, l'indagine compiuta è di tipo essenzialmente sintattico: questa scelta metodologica è dovuta al fatto che, a nostro
parere, un'analisi sintattica costituisce un punto di partenza necessario per valutare, parola per parola e frase per frase, l'oggettività di un testo. Se schematizziamo il nostro procedimento, otterremo un modello d'analisi del tipo riportato qui di seguito:

- Analisi della significanza. Questo primo passaggio costituisce essenzialmente la presentazione del senso globale che l'autore vuole attribuire al testo, quindi dell'oggetto complessivo dell'articolo.

- Analisi della significazione. In questa seconda fase, si dà inizio all'analisi sintattica vera e propria: sono presi in considerazione, infatti, gli elementi primi del testo al loro stato isolato. Tali elementi costituiscono tutti i potenziali indicatori di soggettività e sono classificabili secondo le seguenti categorie:

- Analisi dei pronomi personali. Si tratta qui di individuare tutte quelle istanze all'interno del testo che rappresentano taluni indicatori di soggettività espressi dai pronomi personali. Ricordiamo che l'esempio per eccellenza di questi indicatori è costituito dalla prima persona, l'io, eventualmente declinabile in un noi. La prima persona plurale può costituire ora un uso "dilatato" dell'io, ora una giunzione tra un io e un voi, o un loro.

- Analisi dei verbi e delle istanze temporali. In questa fase, l'analisi si concentra principalmente sulle possibili declinazioni della soggettività in un determinato arco temporale, che descrive l'avvenimento oggetto dell'articolo.

- Schema sulla temporalità, così come elaborato da Coquet. La scelta è di riprodurre sinteticamente in un grafico le considerazioni ottenute dall'analisi temporale dell'articolo, seguendo le indicazioni fornite dal linguista francese.

- Analisi delle marche spaziali. Questo passaggio è incentrato sull'esame di quelle istanze che rimandano a dei collocamenti geografici ben precisi. Abbiamo visto, nel precedente capitolo, come anche questi riferimenti possano costituire degli indicatori di soggettività (ad esempio, l'uso metonimico dei nomi delle capitali).

- Analisi dell'aggettivazione. In questa categoria generica, rientrano gli aggettivi, gli avverbi e tutte quelle istanze che attribuiscono una qualificazione, anche connotativa, agli asserti di riferimento e, di conseguenza, al testo intero. La loro presenza segnala inevitabilmente una ripresa della physis da parte dell'autore.

- Individuazione di espedienti retorici. Come già spiegato, l'uso retorico del linguaggio costituisce, assieme all'utilizzo dell'aggettivazione, un espediente volto a recuperare la soggettività in un testo. Nel capitolo precedente, abbiamo visto come le strategie più utilizzate in tal senso comprendono l'utilizzo di figure retoriche, come la similitudine, e di luoghi comuni.

- Utilizzo delle categorie aristoteliche del fare e del subire. Il ricorso al primo o al secondo tipo di declinazione può costituire un espediente volto a permettere una certa ripresa della soggettività. Queste due categorie si riferiscono principalmente alle forme verbali dell'attivo e del passivo.

- Individuazione di enunciati che fungono da presupposizioni di un'evidenza. Al contrario dell'aggettivazione e degli espedienti retorici, l'utilizzo di presupposizioni di un'evidenza costituisce un modo per débrayare la soggettività in un asserto e, quindi, per ottenere una maggiore oggettività.

- Strategie di recupero dell'oggettività. Ci troviamo qui nella fase conclusiva della nostra indagine: essa consiste nell'individuazione di quegli espedienti linguistici che permettono, caso per caso, di risalire a un maggior grado di oggettività in un testo. Tali strategie comprendono operazioni di eliminazione o di sostituzione. Si tratta, qui, di prendere in considerazione il testo dal punto di vista della sua significazione, non già della significanza che l'enunciatore intende attribuire ad esso.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'oggettività nell'informazione: registri semiotici

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Informazioni tesi

  Autore: Paola Spataro
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2010-11
  Università: Libera Univ. Internaz. di Studi Soc. G.Carli-(LUISS) di Roma
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze della comunicazione sociale e istituzionale
  Relatore: Paolo Fabbri
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 173

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