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Distruzione dell'economia italiana. Gli artefici, le cause, possibili soluzioni

Debito pubblico e schiavitù eterna

La paura del debito e lo spauracchio dello spread sono spesso indicati come i motivi per cui è necessario fare quello che si sta facendo e quindi viene spontaneo chiedersi perché nonostante i mille sacrifici chiesti ai contribuenti il debito continui a salire; nel 2013 ha superato ampiamente i 2000 miliardi e si è attestato al 133 % del PIL. Rifletto ad esempio sulle asimmetrie del meccanismo dello spread che è stato lo strumento usato per imporre l' austerità negli ultimi tre governi; ciò che accadeva e ciò che accade ai tassi dei titoli dei PIIGS non accade però per la Germania ovvero quando le aste dei Bund fanno fiasco il tasso di interesse non schizza alle stelle.

Lo scrivevano chiaramente anche gli organi di stampa come si leggeva su Repubblica del 23 dicembre 2011 : "l'asta bond tedesca è un flop... la domanda copre solo il 65% dell'offerta, record negativo per la Bundesbank " o sul Sole 24 Ore del 26 aprile 2012 dove si parlava di "fiasco all' asta dei Bund" dato che rimasero invenduti 595 milioni di euro o come più recentemente si leggeva sul Corsera del 14 febbraio 2014 : "Germania, flop nell’asta per il decennale. Collocati (solo) 3,7 miliardi sui 5 previsti ".

Il motivo lo spiega proprio l'articolo del Sole 24 Ore : "... 595 milioni restanti sono stati assorbiti dalla Bundesbank .." Quindi i mercati cominciano a perdere appetito verso quello che prima era il bene rifugio ovvero il Bund tedesco e si orientano verso i titoli inglesi perché intuiscono che “la Germania sta segando il ramo sul quale è seduta” – cit. Bagnai - dato che vanta innumerevoli crediti con l' estero ma li vanta proprio con quei paesi a cui è restia a dare una mano e i mercati sanno che una possibile implosione di quei paesi comporterebbe l' implosione stessa del sistema finanziario tedesco; la Germania però falsa il meccanismo del mercato perché la Banca Centrale tedesca opera in violazione dei trattati europei che sanciscono il "divorzio", cioè il divieto alle Banche centrali nazionali di intervenire alle aste. Quindi ciò che dovrebbe accadere, e cioè che di fronte ad un eccesso di offerta si abbassi il prezzo e salgano gli interessi, non accade per i Bund.

Commenta Bagnai sul suo blog : “E la legge della domanda e dell'offerta? ...quando il mercato non funziona, stranamente lo fa sempre a danno nostro. Perché ovviamente se il tasso sui Bund fosse salito, o almeno quello sui Btp sceso, il famoso spread si sarebbe ridotto....C'è sicuramente qualcosa che non ho capito, sapete, io sono un "economista”.

Sull'onda della paura del debito, Monti fa ratificare in fretta l'adesione al MES e Fiscal Compact e accelera sulla spending review. Il MES comporta che un paese in difficoltà dovrà finanziare il debito con altro debito cosa che "il buon padre di famiglia" dovrebbe evitare come fa il cittadino o l'impresa che in difficoltà piuttosto chiede di effettuare un piano di rientro dilazionato. Non si capisce a quale costo sociale si potranno raggiungere gli obbiettivi imposti dal Fiscal Compact dato che, come dimostrano i numeri, il rapporto debito/PIL è aumentato vertiginosamente grazie alle politiche di austerity (nel 2008 era al 106% e nel 2013 è arrivato al 133%).
[…]

Viene quasi spontaneo sospettare, all'evidenza di quanto la situazione diventi sempre più insostenibile, che forse siamo di fronte a qualcosa di più complesso di una semplice crisi economica e che la situazione è sfuggita di mano agli stessi registi di questo processo storico-sociale-politico-ideologico-economico tant'è che a tratti pare che per mera sopravvivenza siano disposti a scaricarsi colpe l'un l'altro.

Prodi incolpa la Germania, la Thatcher e Reagan, Draghi se la prende con le agenzie di rating, la BCE se la prende con le banche italiane. E' come se ad un certo punto la stessa BCE, pressata dai mercati finanziari, chiedesse ai paesi, aggrediti dagli stessi mercati, di suicidarsi per soddisfare proprio i mercati; tant'è che quando lo stesso Draghi, a gennaio 2012, esortò i governi a rafforzare l’EFSF e a considerare i giudizi delle agenzie di rating come “un parametro tra molti”, in risposta, Standard & Poor’s tagliò di un punto il rating dell’EFSF portandolo da AAA ad AA+ (BANKITALIA, Cronologia della crisi 2007 – 2012 , p. 51).

Sembra a tratti un tutti contro tutti e a tratti un atteggiamento “gattopardesco” dove ognuno vuole salvare la propria immagine perché poi, al conto spicciolo, tutti sono sempre d'accordo sul da farsi: meno Stato, più privato, meno salari, meno welfare. E ciò che è più preoccupante è la constatazione del meccanismo perverso che si è ingenerato dove lo Stato, imbrigliato dal debito, fa debito per pagare il debito, adotta austerità e tassazione che addormentano l'economia e frenano il PIL.

Si continua a privatizzare e a svendere e ricordiamoci che l'Italia possiede ancora un gran patrimonio di aziende partecipate che per i mercati sarebbero un ricco bottino (per esempio ENI, Finmeccanica, Ferrovie dello Stato, Alitalia, Poste italiane per non parlare di tutte le aziende di servizi locali) La tassazione viene utilizzata, in gran parte, per pagare gli interessi del debito e salvare l'equilibrio finanziario europeo (MES), messo in crisi dagli stessi soggetti che chiedono sempre più austerità che frena il PIL e aumenta il debito, che dovrà essere rifinanziato dalle stesse banche che lo hanno fatto esplodere. Questo meccanismo perverso genera una SCHIAVITU' ETERNA DEL DEBITO.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Distruzione dell'economia italiana. Gli artefici, le cause, possibili soluzioni

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Informazioni tesi

  Autore: Pietro Paolo Perez
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze dell'amministrazione
  Relatore: Vincenzo Bondonio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 146

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