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Il gruppo. Fattori terapeutici ed affettivita. Un'esperienza tra pazienti bipolari

Disturbo bipolare ed Alessitimia

Il costrutto di alessitimia, essendo strettamente legata alla consapevolezza a alla capacità di gestire e contenere le proprie emozioni, si è rivelato, attraverso studi recenti, di grande importanza per il benessere e la salute complessiva delle persone.
L’alessitimia è stata da sempre associata a malattie psicosomatiche, ma ultimamente aspetti alessitimici sono stati riscontrati in persone affette da disturbi psichiatrici, disturbi del comportamento alimentare, abuso di sostanze, ansia, stress e soprattutto disturbi dell’umore.
Come osservato in precedenza la genesi dell’alessitimia è rintracciabile nelle prime esperienze emotive che il bambino stabilisce con la madre.
La madre, avendo la funzione di trasformare, come sostiene Bion, gli elementi beta (cioè le proto emozioni) in elementi alfa (cioè le emozioni cognitivizzate) garantisce la regolazione emotiva del figlio e contemporaneamente la possibilità, da parte di quest’ultimo di poter accedere, riconoscere e contenere anche a livello cognitivo il proprio mondo interiore ed emotivo.
Diverse ricerche hanno dimostrato una forte correlazione tra depressione ed alessitimia soprattutto per quanto riguarda la difficoltà-incapacità della persona depressa di identificare ed esprimere i propri sentimenti.
La relazione tra alessitimia e disturbi dell’umore e in modo particolare tra alessitimia e depressione, sottolinea come il costrutto alessitimico, inizialmente associato ai disturbi somatoformi, sia invece riscontrabile in numerose altre patologie psichiatriche e in particolare nella così detta “depressione mascherata”.
Solitamente le persone prendono coscienza della componente affettiva della depressione attraverso i processi cognitivi di percepire, denominare e conferire un significato ai sentimenti soggettivi, aspetto invece assolutamente carente in persone affette da alessitimia o da depressione.
Anche se alcuni pazienti possono essere consapevoli di essere in uno stato d’animo depressivo e scegliere di non comunicarlo, Katon e collaboratori concludono che esiste un gruppo di pazienti che presentano una depressione somatica e che sembrano semplicemente non essere capaci di percepire e nominare i propri stati emotivi.
Questi pazienti sono quelli che hanno appunto forti probabilità di essere alessitimici e di focalizzarsi in modo selettivo sui sintomi somatici della depressione.
Nel disturbo bipolare l’episodio depressivo presenta alcune peculiarità che lo differenziano sia dalle depressioni endogene unipolari, sia da quelle reattive o situazionali. Esso è infatti caratterizzato frequentemente dal predominio dell’apatia sulla tristezza, dell’inibizione psicomotoria sull’ansia, dell’ipersonnia sull’insonnia e molto spesso dall’incapacità di sentire ed esprimere emozioni. Questa “piattezza emotiva” tipica della depressione bipolare ricorda quel senso di vuoto emotivo non consapevolizzato che caratterizza i soggetti alessitimici.
Il soggetto depresso bipolare non riconosce né si interessa delle emozioni che lo attanagliano nel suo stato depressivo, e ugualmente, la persona alessitimica non riconoscendo l’annullamento ed il disagio emotivo in cui essa vive, è disinteressata ed incapace di pensare ( e qualche volta anche di sentire) il proprio ed altrui mondo affettivo. In quest’ottica potrebbe essere ragionevole ipotizzare una sovrapposizione, nonché una presenza, di aspetti o aree alessitimiche in persone affette da disturbo bipolare soprattutto nel versate depressivo.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il gruppo. Fattori terapeutici ed affettivita. Un'esperienza tra pazienti bipolari

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Informazioni tesi

  Autore: Renata Imbucci
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Padova
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia
  Relatore: Cristina Marogna
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 106

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