Le politiche del corpo nella riflessione di Judith Butler. La decostruzione del paradigma eterosessuale

Il viaggio verso la ricerca di un metodo decostruttivo dell’eterosessualità dominante continua con un’ultima tappa che rappresenta forse il possibile metodo di questa rivoluzione, ovvero attraverso gli atti corporei sovversivi che possono dimostrare davvero che non c’è nulla di così naturale nella propria scelta di genere ma che tale scelta è una prosecuzione di una legge coercitiva imposta e presunta naturale ma che in realtà è solo naturalizzata.

Un contributo ci viene da Foucault attraverso il libro da lui pubblicato sul diario ritrovato di Herculine Barbin, un ermafrodito francese vissuto nell’800. Butler sostiene che in questo testo8 Foucault ci parla di un genere indefinito, come di un corpo ermafrodito capace di denunciare e rifiutare le strategie regolative della categorizzazione sessuale. Herculine non ha un sesso preciso e ciò, secondo Foucault, la/lo può portare a non essere soggetta/o alle coercizioni tipiche subite da una categoria ben definita. Herculine è libera/o, la sua sessualità è libera e così può arrivare a provare sensazioni e piaceri che sfuggono all’intelligibilità dei più che sono intrappolati in un mondo definito da una categorizzazione sessuale binaria; questi piaceri la/lo trascendono.
La strategia da lui suggerita nel testo è, secondo la filosofa, una politica sessuale emancipatrice il cui rovesciamento del sesso porta alla liberazione di una molteplicità sessuale primaria, che come viene sottolineato, ha molto in comune con la teoria del polimorfismo primario nel bambino in psicoanalisi. La fisicità di Herculine in effetti supera la logica binaria dei sessi, è qualcos’altro ma, dalle memorie dell’ermafrodito, non sembra emergere questo felice vissuto di una sessualità al di fuori del convenzionale.

Secondo Butler si può presumere che Herculine presenti alcuni elementi fisici di mascolinità ma che comunque non è possibile decidere in merito al sesso, anche se Herculine da bambina/o vive come femmina e da adulta/o sarà dichiarata/o maschio e sarà costretta/o a cambiare nome e genere.
Ciò causerà un crollo psicologico che la/o porterà al suicidio. La filosofa, nella critica a Foucault, ritiene che nella descrizione delle esperienze quasi omosessuali di Herculine adolescente è sempre presente la tentazione dell’autore di spiegare queste mediante il ricorso alla componente maschile della sua duplice sessualità, facendo così ricorso a una spiegazione eterosessuale del desiderio. Questa è una presunzione. La sofferenza futura di Herculine secondo la critica della filosofa, sarà dovuta proprio a un'impossibilità, per i costumi dell’epoca, dell’accettazione di una sessualità ambivalente.

L’ermafrodito non è libero di vivere appieno la propria sessualità poiché è da un lato spinto dal desiderio e dall’altro trattenuto dal turbamento che gli provoca la sua sessualità indefinita. In una società in cui la divisione categoriale del genere è binaria Herculine non è capace di scegliere una sessualità binaria e definita, la sua rimane ambivalente ma pur sempre prodotta dalla legge proibita e non sfocia, come dice Foucault, in una felice molteplicità.