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Quando l'amore uccide - ''Morte interiore e ri-nascita di donne e uomini vittime di violenze nella coppia''

I reati di molestie e i reati di minacce

I reati posti dal legislatore a fondamento degli atti persecutori sono quelli di molestie e quelli di minacce, disciplinati rispettivamente dagli artt. 660 e 612 C.P.
Prima dell'entrata in vigore della L. 38/2009, era ad essi che ci rivolgeva per punire comportamenti oggi ricondotti alla fattispecie di atti persecutori. È perciò importante esaminarli brevemente, cercando di evidenziare i punti di contatto e di differenza con l'attuale normativa.

Art.660
Molestia o disturbo alle persone

Chiunque, in luogo pubblico o aperto al pubblico, ovvero col mezzo del telefono, per petulanza o per altro biasimevole motivo, reca a taluno molestia o disturbo è punito con l'arresto fino a sei mesi o con l'ammenda fino a 516 euro.


Elementi caratterizzanti il reato di molestia sono la petulanza e il biasimevole motivo. La petulanza è ravvisabile ove si riscontri un modo d'agire pressante, ripetitivo, insistente, indiscreto ed impertinente, che finisce per condizionare le abitudini e, più in generale, la sfera psichica del soggetto passivo. Il reato in questione di solito si estrinseca con corteggiamenti non graditi, telefonate o espressioni volgari, nelle quali lo sfondo sessuale costituisce solo il motivo dell'agire e non fa parte della condotta del soggetto molestatore. Una delle forme più comuni in cui si concretizza il reato di molestia è costituita sicuramente dalla molestia telefonica: continue telefonate ad ogni ora del giorno e della notte, spesso mute e talvolta effettuate con l'unica finalità di alterare la tranquillità e il riposo della persona presa di mira.
Così come il reato di stalking, la molestia presuppone la reiterazione dei comportamenti di disturbo, nonché la precisa e consapevole volontà dell'autore di arrecare fastidio e vessazioni alla vittima. A differenza del reato ex art. 612-bis, il reato di molestia non è per sua natura necessariamente abituale, essendo sufficiente anche una sola azione di disturbo o molestia, così come precisato dalla Suprema Corte di Cassazione; ed è perseguibile d'ufficio. Rientrano nell'espressione “col mezzo del telefono” anche gli SMS. Il reato in questione è punito con l'arresto fino a sei mesi o con l'ammenda fino a 516 euro.

Ai fini della configurabilità del reato di minaccia, invece, si richiede la prospettazione di un male futuro ed ingiusto. Non è richiesto che il bene tutelato sia realmente leso, bastando che il male prospettato possa incutere timore nel soggetto passivo, menomandone la sfera della libertà morale.

Art.612
Minaccia


1. Chiunque minaccia ad altri un ingiusto danno è punito, a querela della persona offesa, con la multa fino a 51 euro.
2. Se la minaccia è grave, o è fatta in uno dei modi indicati nell'articolo 339, la pena è della reclusione fino a un anno e si procede d'ufficio.


La minaccia può rappresentare uno degli elementi caratterizzanti il reato di stalking; da quest'ultimo, tuttavia, si differenzia poiché si limita alla sola raffigurazione di un possibile evento malevolo, senza la compressione della libertà morale della vittima, che è invece presupposto per la prima fattispecie di reato. Non occorre che la minaccia, così come lo stalking, sia proferita alla presenza del destinatario, sussistendo anche nel caso di affermazioni rivolte a persone di famiglia o a persone legate da un vincolo coniugale, o sentimentale, con lo scopo che queste siano riferite alla persona interessata (minacce trasversali). La minaccia non aggravata (art.612,comma1), perseguibile solo a querela della persona offesa, risulta oggi di competenza del giudice di pace e, prevedendo una pena pecuniaria sino ad un massimo di euro 51, non sembra poter esercitare un'effettiva pretesa punitiva nei confronti del colpevole. Viceversa, la minaccia grave (art.612/comma2; determinata dalla particolare gravità della minaccia o dall'utilizzo di armi) è perseguibile d'ufficio, risulta di competenza del Tribunale monocratico (cioè di un solo giudice giudicante) ed è punita con la reclusione fino ad un anno.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Quando l'amore uccide - ''Morte interiore e ri-nascita di donne e uomini vittime di violenze nella coppia''

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Informazioni tesi

  Autore: Mariantonietta Rosa
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi dell'Aquila
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze e tecniche psicologiche
  Relatore: Francesca Pacitti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 277

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Parole chiave

violenza
disturbi
stalking
vittime
vittimologia
l.154/2001
d.l. 23 febbraio 2009,n.11
s.i.l.v.i.a

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