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Scrittura (e lettura) del desiderio. Gli Incipit di ''Se una notte d'Inverno un Viaggiatore'' di Italo Calvino.

I sensi per raccontare i limiti del linguaggio

Calvino fa dell’esperienza erotica la materia prima su cui edificare le avventure degli incipit, e così va dal desiderio celato a quello biasimevole a quello incestuoso, esplorando le zone d’ombra dell’animo umano spesso nascoste dalle contraintes morali, sociali, religiose. Eppure, leggendo non si avverte un senso di imbarazzo né si percepisce di primo acchito la normale reticenza che generalmente colpisce quando si affrontano determinati argomenti.
Quindi si torna a leggere, si scorrono nuovamente le stesse righe cercando di capire se si raccontino sensazioni o se siano le sensazioni a raccontare gli incipit. Ciò che è importante a questo punto considerare è che per Calvino “creare non vuol dire […] riprodurre sulla pagina un rito primordiale di eros e morte”. Non si tratta dunque esclusivamente di un atto fisico nella sua specificità ma è di un’esperienza sensuale che si sta parlando. In Calvino la sensualità è intesa come modo di conoscere le cose che coinvolge tanto la ragione quanto i cinque sensi: il testo diventa un vero e proprio luogo dell’esperienza. Questa stessa esperienza si fa scrittura e non viceversa poiché “tous les sens vont agir sur l’âme. Dans chacun de ses mouvements l’âme sera précipité au ralentie par la vie, l’odorat, le goût, le toucher”. Ed ecco che, mentre il lettore continua a scorrere un incipit dietro l’altro, una cassa fa ndlìn in una qualche stazione nascosta dal fumo, dove l’abitudine a soffrire ha il sapore del niente e in un palazzo di una città sconosciuta, in un’atmosfera che ha l’odore di corpi nudi, un uomo cerca di divincolarsi da una presa che incide sulla sua carne. I racconti del Viaggiatore vivono di sinestesie, di metonimie, di onomatopee, sono racconti del senso che da un lato lo descrivono e dall’altro lo usano per farsi descrivere. Esemplare a tal proposito è il sunto che fa Belpoliti, nella sua attenta analisi dello sguardo calviniano, sul doppio binario incipit-sensi: “Leggere è vedere, ma leggere è anche sentire, gustare, toccare […] Non è forse un caso che nove dei dieci romanzi che figurano nel libro abbiano a che fare con almeno uno dei cinque sensi: Se una notte d’inverno un viaggiatore, si apre con lo sbuffo della locomotiva che si deposita sulla pagina; Fuori dall’abitato di Malbork con l’odore del fritto; Sporgendosi dalla costa scoscesa contiene un riferimento all’attività visiva del protagonista, ennesimo scrutatore calviniano; Senza temere il vento e la vertigine evoca sia il mondo tattile che quello olfattivo sperimentato nell’incontro dei corpi; In una rete di linee che si allacciano lo squillo del telefono perseguita l’udito del professore che corre lungo le strade del campus; in In una rete di linee che s’intersecano la moltiplicazione dell’immagine è il tema centrale; la narrazione di Sul tappeto di foglie illuminate dalla luna è tutta giocata sul mondo delle sensazioni visive trasformate in sensazioni tattili, e viceversa: lo spazio, gli oggetti, i corpi; Intorno a una fossa vuota contiene allusioni ai sapori, e infine Quale storia attende laggiù la fine torna sulla vista come metafora della conoscenza, la cui forza radiale è come un raggio distruttivo che si esercita sugli oggetti e sul mondo per cancellarne l’esistenza e ripristinare il bianco del foglio, la tabula rasa, prima di tutti i sensi possibili.”
La conquista del corpo e la soddisfazione del desiderio così considerati non sono solo un pretesto che fa muovere i personaggi e l’azione ma diventano forma e intensità della scrittura. Si iscrivono nella complessa identità sensoriale che permea i corpi degli incipit nel quadro di un’esperienza sensibile che fa del Viaggiatore “una scrittura dei sensi […] una narrazione che sostiene e alimenta i motivi del corpo attraverso i motivi dello spirito”.
Così, per evitare il problema del logoramento del linguaggio nella rappresentazione letteraria dell’eros, Calvino non si accontenta di dirci ciò che il personaggio prova ma ce lo fa sentire attraverso delle costanti trasposizioni che traducono i sentimenti e le passioni in termini di sensazione e di emozione.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Scrittura (e lettura) del desiderio. Gli Incipit di ''Se una notte d'Inverno un Viaggiatore'' di Italo Calvino.

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Informazioni tesi

  Autore: Giovanna Grasso
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Catania
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Lingue e letterature straniere
  Relatore: Massimo Schilirò
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 83

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Parole chiave

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linguaggio
letteratura
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