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I difficili rapporti USA-ALC e gli sviluppi del regionalismo anti-egemonico

I tentativi di ''seconda decolonizzazione'' del Centro-Sud America

Possiamo sottolineare, riguardo il momento di svolta che stanno vivendo l'America Latina e i Caraibi, le parole di José Martí del 1889 (valide ancora oggi): "De la tiranìa de España supo salvarse la América española; yahora, después de ver con ojos judiciales los antecedentes, causas y factores del convite, urge decir, porque es la verdad, que ha llegado para la América española la ahora de declarar su segunda independencia".

In collegamento con Martí è interessante riportare la battuta di Evo Morales (attuale Presidente della Bolivia), riguardante gli USA, in occasione dell'incontro con i Movimenti Sociali Romani dell'11 Giugno 2012; Morales disse che i colpi di stato negli Stati Uniti d'America non ci sono perché non sono presenti, sul suo territorio, ambasciate di questo Paese.

A tal proposito, è giusto riportare l'esame di Latinobaròmetro (ente non governativo di raccolta dati con sede in Cile) sul sentimento antistatunitense in 18 Paesi dell'area; alla domanda "Tiene una muy buena, buena, mala o muy mala opiniòn de Estados Unidos?" fatta dal 2004 al 2010 e assegnando 3,2,1,0 punti in base alla risposta, il risultato è venuto tra 0 e 1.

L'America Latina e i Caraibi sono tornati, dunque, ad essere un laboratorio politico e sociale, il quale ha l'obiettivo di raggiungere una valida sintesi tra l'influenza europea prima e USA dopo, la cultura indio-americana e l'economia globale, cercando di superare la definizione di "estremo occidente" di Alain Rouquié.

Ad oggi, possiamo notare come, rispetto al passato, il subcontinente americano centromeridionale stia raggiungendo risultati apprezzabili dal punto di vista dell'emancipazione dal potente vicino del nord. Tre esempi emblematici mostrano il grado di autonomia dell'area nei confronti di Washington:
• Bocciatura del progetto USA di unire il Nord e il Sud-America con un'area di libero scambio.
• L'incapacità della Casa Bianca di imporre il proprio candidato alla guida dell'OSA.
• La nascita di ALBA.

Naturalmente, ancora la strada è molto lunga e tortuosa prima di riuscire ad arrivare ad un rapporto "tra pari" nel Continente, però il sentiero imboccato lascia più speranze che nel passato.

A proposito del titolo di questo capitolo, Carlo Jean fa appunto notare come l'intera America Latina sia pervasa da una seconda decolonizzazione (la prima fu guidata dai libertadores come Simón Bolívar, discendenti degli immigrati europei) ad opera, soprattutto, delle popolazioni meticce.

Ad oggi, le stanze del potere nel subcontinente centromeridionale si stanno aprendo anche alle popolazioni meticce dell'interno e delle zone tropicali, rispetto ad un passato dominato dalle popolazioni di origine europea delle coste e delle zone temperate.

Anche per questo motivo tale area si sta differenziando, soprattutto da un punto di vista culturale, dall'occidente e sta scoprendo una propria identità con caratteristiche originali. L'America del Centro-Sud non può più essere considerata "la terza Europa" o l' "Occidente di riserva", come era ai tempi della guerra fredda.
Sicuramente, contribuisce a questo processo di auto-identificazione anzitutto il ricordo dello sfruttamento delle risorse, in tutti i campi, prima europeo e poi USA.

Ancora però i Paesi dell'America Latina e dei Caraibi non riescono ad avere un vera unità d'intenti, in quanto, nei fatti, tuttora divisi tra chi si appoggia a Washington e chi vuole completamente distaccarsene.

Naturalmente, i movimenti sociali, da parte loro, continuano nella lotta, incalzando i governanti a fare sempre meglio. Inoltre, si adeguano alle nuove tecnologie a disposizione, interconnettendosi e creando legami e partecipazione nel "mondo social", facendo così da "motore" ai Governi "in un rapporto fecondo e produttivo con i dispositivi programmatici e le dinamiche amministrative dei nuovi Governi sudamericani".

Sicuramente, una delle idee-forza alla base della presa di coscienza di sé da parte dell'America Latina e dei Caraibi rimane l'antiamericanismo e l'anticolonialismo, quest'ultimo dovuto soprattutto ai genocidi delle popolazioni indigene, seguito poi da un grande fenomeno di assimilazione culturale. Ciò però non estirpò del tutto le radici locali e subì comunque delle evoluzioni e delle alterazioni con il fenomeno del meticciato. Il metro di paragone negativo era il razzismo hitleriano ma anche il segregazionismo USA.

Alan Mc Pherson, come già detto in precedenza, è uno degli studiosi più importanti riguardo il sentimento anti-USA nel subcontinente americano centromeridionale; descrivendo gli anni più recenti, egli sottolinea che "To be sure, in Latin America as elsewhere, anti-Americanism is a negative simplification of US realities. But that simplification must be understood with an eye to the historical sedimentation of frustrations and injustices".

Mc Pherson analizza come per la prima volta da quando il subcontinente americano del Centro-Sud è riuscito a sviluppare una maggiore indipendenza, in questi ultimi anni dopo la guerra fredda (da fine anni '90 in poi), ha messo davvero in difficoltà l'egemonia statunitense nell'area. Gli attori statali e quelli non statali sempre marginalizzati sono riusciti a prendere parte alle decisioni politiche e a rendersi più indipendenti da Washington. Alcuni Stati stanno rompendo con gli USA e il neoliberismo, grazie all'alleanza tra una parte delle élite e la parte di popolo da sempre più emarginato. Non a caso le politiche "anti-Washington" sono sostenute dalle popolazioni indigene, dalle baraccopoli del Brasile e da molti altri. Tale alleanza è invisa agli USA perché gli consente molti margini di collaborazione. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

I difficili rapporti USA-ALC e gli sviluppi del regionalismo anti-egemonico

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Informazioni tesi

  Autore: Alessandro Fanetti
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2016-17
  Università: Università degli Studi di Siena
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze Internazionali e Diplomatiche
  Relatore: Andrea Francioni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 214

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Parole chiave

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sinistra
unità
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america latina e caraibi
regionalismo anti-egemonico
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