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Il ruolo del Terzo Settore nel sistema integrato dei servizi sociali

Il Terzo Settore: una risorsa in termini relazionali

Le organizzazioni di Terzo Settore, come si è potuto vedere, sono molto attive nell'offrire servizi e prestazioni in ambito socio-assistenziale e socio-sanitario. Il loro contributo, dato l'attuale sistema di welfare e la composizione (quantitativa e qualitativa) dinamica ed in continua crescita della domanda, deve essere valorizzato dalle istituzioni pubbliche, sia in quanto soggetti erogatori di prestazioni, sia in quanto soggetti co-promotori e co-ideatori del sistema di offerta sul territorio (programmazione partecipata).

Merita a questo punto svolgere una breve riflessione sulla specificità di questi due macro-settori di intervento (sempre piu' spesso, in verità, fortemente contigui ed integrati) e sul perchè gli enti del Terzo Settore si caratterizzano il piu' delle volte per essere particolarmente idonei ad operarvi. Gli interventi di assistenza alla persona (sociali, sanitari, integrati) si rivelano necessari in momenti spesso molto difficili (talvolta tragici) della vita di persone e famiglie; si tratta di circostanze ed eventi caratterizzati da disagio, dolore e sofferenza che toccano le aree della malattia, della non autosufficienza, della emarginazione ed esclusione sociale, della devianza etc...

Intervenire in tali contesti comporta il fatto che talvolta le prestazioni siano standardizzabili (ad esempio nel caso di un contributo economico, della consegna di un pasto a domicilio, di un intervento sanitario specifico), ma anche che molte altre volte non lo siano (come nella gestione ed educazione -di pazienti ed altri care-givers- nell'affrontare una malattia cronico-degenerativa complessa, nelle situazioni problematiche che riguardano i minori etc...).

Inoltre, poichè spesso le situazioni piu' difficili e problematiche sono multidimensionali e multifattoriali, ed occorre di conseguenza agire su tutti questi aspetti (coinvolgendo e coordinando, se e come serve, piu' figure professionali), avviene che prestazioni standardizzate siano erogate all'interno di un processo di aiuto piu' ampio e comprensivo che tenga conto della complessità della situazione ed affronti la condizione di disagio (individuale e/o familiare) nella sua globalità (il solo modo che possa effettivamente risultare efficace, attraverso un processo d'aiuto continuativo ed evitando una settorializzazione degli interventi).

Semplificando il ragionamento, si puo' dire che, dato che l'assistenza (e la sua efficacia; l'effettiva produzione di benessere o prevenzione, alleviamento e contenimento del disagio-dolore) è spesso il prodotto della combinazione di aspetti tecnico-professionali ed aspetti relazionali, il Terzo Settore è una risorsa per la società in quanto produce un "bene comune relazionale" (mentre il mercato produce beni individuali e lo Stato beni comuni collettivi), ossia «...un tipo di bene che per essere prodotto necessita della collaborazione tra chi offre l'intervento e chi lo riceve... Tale prodotto tende a qualificarsi come outcome (risultato) piuttosto che come output (prodotto)...Il termine "risultato"...consente...di esplicitare le dimensioni relazionali e processuali proprie dei servizi alla persona....Maggiore sarà la capacità di...comprendere i bisogni..., maggiore sarà la probabilità di fornire le giuste risposte...La natura solidaristica...non è un accessorio che affianca l'elemento strutturale-organizzativo: è il core dell'organizzazione e della motivazione alla realizzazione degli interventi....(e, mio) l'assenza di lucro...rappresenta il mezzo piu' diffuso di espressione di tale natura solidaristica».

Nei servizi alla persona l'aspetto relazionale e quello solidaristico si coniugano e consentono in molti casi alle organizzazioni del Terzo Settore «...un intervento...nell'area delle deprivazioni ad alto contenuto relazionale, quali...gli anziani soli, i tossicodipendenti, i portatori di handicap...Le organizzazioni di Terzo Settore...rispondono (cosi', mio) ad un bisogno che sarebbe...disatteso, poichè non corrisposto da altri attori, ma anche perchè solo il Terzo Settore, per sua natura, puo' erogare servizi personalizzati, attenti a cogliere tutti i livelli di bisogno coinvolti...ed utilizzando un codice di azione, solidaristico...che nè lo Stato nè il mercato possono (in molti casi e situazioni, mio) utilizzare...».

Quando il Terzo Settore non si trasforma in un mero attore di mercato e non è nemmeno considerato come una pedina nelle mani di amministrazioni pubbliche interessate semplicemente al risparmio di spesa, ma è coinvolto quale soggetto attivo nella programmazione di politiche (policy making) volte all'ottimizzazione nell'uso delle risorse, alla sostenibilità del sistema del welfare (magari tentando di ampliarne l'inclusività), alla ricerca dell'efficacia e dell'efficienza della rete dei servizi sul territorio (e al doveroso rispetto dei vincoli economici che tutte le organizzazioni hanno, o dovrebbero avere), allora è posto nelle condizioni migliori per poter svolgere il proprio ruolo, fatto di competenze tecnico-professionali e relazionali, solidarietà ed efficienza, capacità di intercettare (e prevenire) il disagio e di "leggere" la società -grazie al radicamento sul territorio e nelle comunità.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il ruolo del Terzo Settore nel sistema integrato dei servizi sociali

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Informazioni tesi

  Autore: Luca Malocu
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Pisa
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze del servizio sociale
  Relatore: Andrea Salvini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 46

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