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Il Fair Play Finanziario: quale futuro per il calcio europeo?

Il calcio italiano e il resto d'Europa

Nello sviluppo della tesi, si è dimostrato come con l'introduzione della nuova normativa sul Fair Play Finanziario, non tutti i costi e non tutte le entrate saranno valutate come "virtuose" e questo, nell'immediato, premierà le squadre spagnole ed inglesi in virtù di un semplicissimo ragionamento.
Come detto, saranno prese in considerazione le entrate da ricavi per biglietti, abbonamenti, diritti televisivi, sponsorizzazioni, pubblicità e attività commerciali che, ovviamente, possono esser incentivate se la società sportiva è proprietaria dell'impianto sportivo dove poter sviluppare altri business. Gli esempi che abbiamo già sotto gli occhi sono gli stadi inglesi, con annessi centri commerciali e altre attività di intrattenimento, oppure le società spagnole, concepite secondo una forma definita azionariato popolare, che non solo hanno il merito di avvicinare i tifosi al club ma, soprattutto, il vantaggio di aumentare proprio quelle entrate considerate dall'UEFA.
A questo punto risulta facile sottolineare come il calcio italiano sia legato ad un modello operativo superato, dove gli stadi sono vecchi (l'ultimo adeguamento dei campi italiani risale alla fase finale della Coppa del Mondo di Italia '90), e poco sicuri.
Si sta aspettando che l'iter legislativo sblocchi entro questa estate, così come promesso dal Ministro degli Interni, la cosiddetta "Legge per gli Stadi di Proprietà", ferma ormai da due anni alla Camera dei Deputati dopo essere stata approvata dal Senato nel 2009, per compiere quello che la Juventus grazie anche agli sponsor ha già fatto anticipando notevolmente i tempi.
Tanto basta per poter scommettere, sin da oggi, che nel prossimo futuro le società italiane faticheranno ancor di più a farsi largo in Europa proprio perché i parametri di valutazione introdotti dal Fair Play Finanziario sono impostati su un modello di società sportiva molto più vicina a quella spagnola e inglese che a quella italiana.
Ciò non significa ovviamente che i top team come Milan, Inter, Roma e Napoli non stiano operando in maniera corretta in vista dell'entrata in vigore delle nuove regole Uefa che, giuste o sbagliate, dovranno esser comunque osservate per partecipare alle competizioni UEFA per club.
Ed infatti il Milan si sta avvicinando, come l'Inter, il Napoli e la Roma, in modo graduale e corretto all'appuntamento della stagione 2013-2014 anche se appare evidente che la svolta potrà avvenire solo quando ciascuna società potrà contare su un impianto di gioco di proprietà. Certo è che alla luce di quanto esposto, la Juventus rappresenta la società italiana del prossimo futuro poiché ha assunto le vesti di azienda di intrattenimento (cioè società che "vende" spettacolo per tifosi e televisioni), grazie alla costruzione nel nuovo impianto che, oltre che un patrimonio immobiliare, rappresenta una apprezzabile operazione commerciale e di marketing dalla quale potranno arrivare molte fonti di finanziamento.
In Europa, invece, continueranno a dominare le squadre inglesi e spagnole per i motivi già esposti.
A mio avviso, è giunto il momento di cambiare decisamente rotta per il calcio italiano che oggi sopravvive grazie agli assegni sganciati dei Presidenti più generosi per appianare le perdite. Questi, in futuro, non potranno reggere il confronto con i colleghi esteri, soprattutto arabi e russi, che, oltre ad un ampio portafoglio, potranno contare su aziende sportive concepite per produrre i ricavi necessari per allestire squadre sempre più competitive. […]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il Fair Play Finanziario: quale futuro per il calcio europeo?

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Informazioni tesi

  Autore: Alberto Riva
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università Carlo Cattaneo - LIUC
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Roberto Del Giudice
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 52

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