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I Templari tra Storia e Mito

Il fenomeno del Templarismo

La storia del Tempio, naturalmente, non si esaurisce con la messa al bando della sua organizzazione. Il periodo successivo sarà caratterizzato da una nascita virulenta di teorie e ipotesi sul prosieguo del cammino dell’Ordine.
In seguito allo scioglimento dell’Ordine del Tempio l’opinione della società di allora si divise. Lo scrittore Dante Alighieri si schierò a favore dei Cavalieri, “nel canto della Divina Commedia dedicato all’avarizia (Purg., XX) non solo non fece menzione della presunta cupidigia dei Templari, ma per bocca di Ugo Capeto, il fondatore della dinastia reale francese, accusò di tale vizio proprio Filippo il Bello. Re Filippo, secondo ciò che Dante afferma nel brano che lo riguarda, non contento di aver ordito la cattura del vicario di Cristo (papa Bonifacio VIII), aveva anche «senza decreto» portato nel Tempio stesso «le cupide vele»”.
Altri, invece, si schierarono contro l’Ordine.
Ciò che è interessante rilevare è che, fino all’avvento della Riforma Protestante, della vicenda del Tempio ci si andò progressivamente disinteressando.
In questo periodo si scrisse dei Templari come degli uomini avvezzi alla magia, degli idolatri e via scorrendo. Solo con l’avvento del più grande teorico della politica del XVI secolo, Jean Bodin, la discussione riemerse dai bassi fondi. Il teorico eseguì una trattazione razionalistica dei Cavalieri del Tempio di cui la sua “analisi costituirà la prima classica discussione moderna sul potere dei principi di opprimere ingiustamente le minoranze”.
Bodin sosteneva l’assoluta innocenza dell’Ordine, a testimonianza di questo accomunò la persecuzione che fu perpetrata contro i Templari a quella che Filippo il Bello pose in essere nei confronti degli Ebrei.
Il Rinascimento riuscì a far emergere pian piano una nuova verità sui Cavalieri, i quali venivano percepiti sempre più come delle vittime del rancore politico. “Ma la svolta nella letteratura relativa al Tempio venne con il Settecento, per lo straordinario proliferare degli interessi che in quel secolo si andarono concentrando sull’idea di nobiltà e di cavalleria, quindi sugli Ordini cavallereschi dei quali quello templare venne interpretato come il modello; poi lo svilupparsi di tutti quei temi filosofici, simbologici ed ermetici che si concentravano attorno alle idee sostenute e propagandate sia dagli ambienti rosacrociani sia dalle logge massoniche nel periodo in cui esse venivano invase da esponenti dell’aristocrazia e di un ceto medio desideroso di nobilitarsi e di elevarsi socialmente e culturalmente”.
La fascia sociale medio borghese sarà quella che porterà, infatti, all’esplosione della Massoneria. Queste nuove confraternite saranno la massima espressione delle manifestazioni dell’Età della Ragione.
Si cominciò a far strada l’idea dei “cavalieri” massoni. Molti si fecero portavoce delle idee e delle passioni della cavalleria. Tuttavia non apparvero riferimenti agli Ordini cavallereschi nelle prime costituzioni massoniche, il portatore di tale innovazione sarà un cattolico giacobita scozzese Andrè Michel Ramsay.

Questo brano è tratto dalla tesi:

I Templari tra Storia e Mito

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Informazioni tesi

  Autore: Mattia Di Francesco
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Teramo
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze della politica
  Relatore: Francesca Gallo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 147

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