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Studio dell’evoluzione di Listeria monocytogenes in prodotti di gastronomia mediante Microbial Challenge Test

Il test di emolisi e la sierotipizzazione e tipizzazione fagica

Il test di emolisi indica la presenza di L. monocitogenes evidenziandone l’attività β-emolitica in agar-sangue su piastra; tale attività è ancor più evidente nei risultati ottenuti mediante CAMP (Christie,Atkins, Munch- Petersen) test.
Questo test, eseguito su piastre di agar-sangue di montone, esalta l’azione β-emolitica caratteristica di L. monocytogenes e L. seeligeri seminate su piastra perpendicolarmente a ceppi di Staphylococcus aureus e Rhodococcus equi. Mediante CAMP test si osserva un aumento di attività emolitica di L. monocytogenes (e in minor parte di L. seeligeri) in corrispondenza dell’area di sovrapposizione con S. aureus ma non in corrispondenza di R. equi. Solo in prossimità di R. equi appare rinforzata l’azione emolitica di L. ivanovii (Groves et al., 1977).

Il test di consumo dei carboidrati in caso di presenza di L. monocytogenes evidenzia la formazione di acidi e una colorazione tendente al giallo. In commercio sono presenti kits rapidi di identificazione biochimica validati a livello internazionale (e ormai largamente utilizzati). Tra questi i più diffusi sono: il test API Listeria (bio-Merieux, France) e Micro-IDTM (Remel, USA). Questi test, però, possono in alcuni casi essere di difficile interpretazione a causa di reazioni colorimetriche ambigue ma la loro validità non è messa in discussione (Hitchins, 2001, Gasanov et al., 2005). Sierotipizzazione e tipizzazione fagica. La sierotipizzazione rappresenta un processo di indagine, sviluppato grazie all’impiego di anticorpi specifici (in questo caso diretti contro L. monocytogenes) mediante il quale è possibile discriminare il sierotipo.

Per L. monocytogenes le metodiche di sierotipizzazione sfruttano anticorpi in grado di reagire in modo specifico verso gli antigeni somatici “O” e flagellari “H” . In relazione al possesso dei diversi antigeni O ed H, i diversi ceppi vengono raggruppati in 13 sierotipi tutti potenzialmente patogeni : 1/2a, 1/2b, 1/2c, 3a, 3b, 3c, 4a, 4b, 4ab, 4c, 4d, 4 e ed infine 7. Per oltre il 95% dei casi, i responsabili di patologia umana risultano i sierotipi 1/2a, 1/2b e 4b (a sua volta identificato come responsabile in patologia umana in percentuali variabili dal 33% al 50%) (Wiedmann et al., 2002, Schuchat et al.,1991).

Anche dai dati raccolti dal Center for Disease and Control (CDC) è stato dimostrato che i sierotipi 1/2a (15%), 1/2b (10%) e 4b (64%) erano i più diffusi tra gli isolati (1363) ritenuti responsabili di listeriosi umana in Inghilterra (Mc Lauchlin, 1990). In particolare i ceppi appartenenti ai sierotipi 1/2b e 4b isolati durante le epidemie di listeriosi, possono essere classificati in due gruppi omogenei, strettamente correlati tra di loro ed identificati come “cloni epidemici” (Norrung et al., 1993; Wiedmann, 1997; Boerlin et al., 1991).
La tipizzazione fagica, metodo tuttora molto utilizzato presenta, tra i vantaggi, la possibilità di essere riprodotta piuttosto facilmente e offre una buona capacità discriminativa anche se con alcuni limiti dovuti al fatto che alcuni sierotipi sono privi di fagi (sierotipi 3, 4, 4ab, 4c, 4d, 4e, 7). In generale la percentuale di ceppi di Listeria monocytogenes tipizzabile mediante fagi varia dal 52% al 78% (Fabbi et al. 2005).

Questo brano è tratto dalla tesi:

Studio dell’evoluzione di Listeria monocytogenes in prodotti di gastronomia mediante Microbial Challenge Test

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Informazioni tesi

  Autore: Riccardo Prato
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Medicina Veterinaria
  Corso: Medicina veterinaria
  Relatore: Tiziana Civera
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 165

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