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Musica e Comunicazione - L'apprendimento strumentale come forma di espressione e comunicazione negli adolescenti

Improvviso……dunque sono

L’improvvisazione è un processo creativo, istintivo, libero che si realizza estemporaneamente durante un’esecuzione ed è costituito da una organizzazione sonora nuova generata da chi suona. Questa tecnica, pur essendo un processo creativo come la composizione, si distingue da essa in quanto è diverso il rapporto di temporalità. Si parla di improvvisazione quando il tempo che intercorre tra il pensare un’idea musicale e la sua esecuzione sonora è brevissimo, istantaneo. Al contrario, si parla di composizione quando c’è un intervallo di tempo maggiore e si applica il principio della reversibilità temporale, cioè quella capacità logica del pensiero che consente di ritornare mentalmente al punto di partenza e ipotizzare delle soluzioni compositive nel tempo successivo.
In ambito didattico musicale l’utilizzo dei modelli improvvisativi dà risultati di grande significato espressivo e di reale valore educativo. Questo perché l’improvvisazione consiste nell’esprimere un pensiero appena concepito; cioè sviluppa un atteggiamento profondamente attivo nel momento in cui si fa musica; sviluppa la rapidità di decisione e di realizzazione, di concezione immediata delle strutture, di comunicazione diretta fra l’anima e il cervello che creano e le dita, le braccia, la voce che realizzano.
E’ una metodologia che dovrebbe avere più spazio di applicazione in quanto ha la possibilità di sviluppare non solo capacità specifiche in ambito musicale, ma anche più in generale contribuisce alla formazione della persona, migliora l’attenzione, la concentrazione, l’immaginazione, la creatività, la memoria e la coscienza di sé.
La tecnica improvvisativa viene spesso indicata come approccio didattico nell’insegnamento della musica, applicata, magari, con strumenti a percussione; ma, essa viene anche impiegata nella didattica strumentale delle scuole medie ad indirizzo musicale, con risultati molto soddisfacenti dal punto di vista formativo.
Solitamente, la didattica tradizionale comincia con la lettura e la scrittura delle note; ma, paragonando la musica al linguaggio, questo è un approccio sbagliato. Il bambino quando impara a parlare lo fa imitando l’adulto, e riesce così ad elaborare frasi ancor prima di aver appreso i codici del linguaggio. In musica accade la stessa cosa: ciascuno di noi sarebbe in grado di produrre un evento sonoro, fin dal primo momento, senza avere alcuna conoscenza sulla notazione. Questo grazie alla capacità improvvisativa che è dentro di noi. Le note non sono altro che la registrazione grafica della musica, la notazione non è il suono, ma il segno con cui noi indichiamo il suono.
Il primo apprendimento della musica scaturisce sempre dall’esperienza musicale diretta, e nasce, quindi, da un approccio esplorativo e sperimentale, non da processi astratti. La stessa cosa può avvenire per l’apprendimento strumentale, in quanto, attraverso il processo d’improvvisazione, è possibile far approfondire le abilità, concetti di dinamica, articolazione, diteggiatura, ma alla stessa maniera, organizzare il primo approccio strumentale, attraverso la fase esplorativa. A tal proposito, cito un testo di metodologia per flauto traverso (Brochot 1990): questo è un metodo che propone giochi e dialoghi improvvisativi divertenti, utilizzando solo la testata dello strumento, attraverso anche l’uso di suggerimenti grafici. Dall’esplorazione si producono vari effetti sonori, suoni soffiati, suoni percussivi, glissandi, su cui poter lavorare variando la dinamica, la durata, l’effetto sonoro. Così facendo, attraverso un metodo prevalentemente euristico, in seguito ad attività di ricerca ed esplorazione sullo strumento, ogni allievo arriva ad acquisire le competenze per riuscire a suonare, sentendosi protagonista ed autore del suo sapere. Dall’esplorazione improvvisativa si arriva all’apprendimento.
Nelle scuole medie ad indirizzo musicale, partendo dal presupposto che la metodologia dell’improvvisazione non è l’unica utilizzabile, è interessante analizzare il comportamento dell’allievo e il ruolo del docente nella fase di approccio improvvisativo. Solitamente, l’allievo è abituato a studiare sulla tecnica, lavorando sulle scale, metodi di studio, lettura di semplici brani e quando viene proposta l’improvvisazione si trova disorientato. Fondamentalmente alcuni non sanno cosa sia, non sanno come si produca, e lo studente già timido di carattere avrà sicuramente più difficoltà ad esternare la propria idea musicale, la propria creatività, il proprio stato d’animo; si sentirà incapace, insicuro e considererà l’improvvisazione una pratica estranea al suo abituale modo di apprendere.
In realtà, la capacità improvvisativo-compositiva è già dentro di noi fin dai primi mesi di vita. Secondo Delalande, infatti, esiste un’attività spontanea di esplorazione sonora che nei primi mesi si caratterizza con l’attività senso-motoria. Il bambino gattonando esplora il mondo, interagisce con gli oggetti, produce involontariamente dei suoni che provocano in lui uno stato di piacere, che lo riporterà a compiere lo stesso gesto (reazione circolare), tentando altro ancora, sperimentando qualcosa di nuovo. Questo ripetere e variare e ciò che Delalande definisce “trovate sonore”.
«Per Delalande la trovata è una configurazione sonora particolare, che compare casualmente durante l’esplorazione e attira l’attenzione del bambino, diventando il punto di partenza di un’ulteriore elaborazione. In altri termini è l’inizio di un processo non più casuale, ma consapevole». Da questo processo di esplorazione, dalla casualità della trovata musicale, nasce l’invenzione musicale che caratterizzerà, successivamente, il processo compositivo dell’adulto-musicista. Quindi, l’attività improvvisativa deve essere considerata un’avventura, un processo in cui non si può decidere a priori quali tecniche, quali effetti serviranno se prima non si sa dove arrivare. E’ come se fosse un “viaggio musicale” senza destinazione, dove il piacere, il divertimento risiedono proprio nella scoperta di un nuovo territorio.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Musica e Comunicazione - L'apprendimento strumentale come forma di espressione e comunicazione negli adolescenti

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Informazioni tesi

  Autore: Giuseppina Botta
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Conservatorio di Musica
  Facoltà: Diploma Accademico di II livello
  Corso: sottoclasse AG77 - Flauto
  Relatore: Luca Truffelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 47

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