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Strategie di distribuzione e marketing di Mamma Roma

In sala: chi andava a vedere il film, e come viene accolto

Quello che possiamo dare per sicuro, è che la sera del 31 Agosto del 1962 la sala era colma di gente, e le loro reazioni furono contrastanti. Poi, come vedremo nel prossimo capitolo, c’è chi parla di mare di fischi come il colonnello Fabi, e chi di successo incredibile come Cineriz. Senza troppe certezze possiamo ipotizzare che la verità si trovi nel mezzo. Prendiamo il quotidiano francese «France Soir», probabilmente neutrale ed estraneo a pregiudizi e prese di posizione.

In Francia il Pasolini cineasta ha ricevuto molto interesse. Solo dopo la sua morte, e lentamente, scoprirono anche lo scrittore e poeta1. Il titolo è «Accueil mitigé pour Mamma Roma». Nell’articolo Jean Dalamotte racconta chiaramente di una sala zeppa di persone – alcuni parlano di affluenza record, ma non vi sono prove certe – indubbiamente divisa in due partiti. Il silenzio assoluto in sala durante la proiezione veniva intervallata da qualche brusio a seguire le “parolacce”. Il lungo e sentito applauso finale, riportato quasi all’unanimità dai giornali, simboleggia che il film a Venezia fu effettivamente un successo, trionfo osteggiato anch’esso da chi contestava con altrettanto vigore.

Abbraccio commosso di Anna Magnani a Pasolini non appena il film terminò e gli applausi si sentirono calorosi.
Da Venezia il film rincasò con il premio F.I.C.C. come film meno convenzionale, e Anna Magnani vinse la targa d’oro come migliore interprete femminile, conferita dalla giuria del premio «Cinema Nuovo».

Per quanto riguarda poi la qualità della presenza nelle sale cinematografiche italiane, secondo le testimonianze, risulta in maggior misura costituita da quella medio-borghesia a cui si rivolge apertamente Pasolini. Giuseppe Marotta – che ha visto il film a Torino – su «Il nuovo spettatore cinematografico» parla di una buona presenza di pubblico, non definibile numeroso ma nemmeno esiguo, soprattutto di ceto medio, magari anche facoltoso. «Il tipo di pubblico che ha sempre goduto e sempre gode, con una sorta di febbre suicida, del piacere di sentirsi aggredito e offese, addirittura lapidato.»

Senza entrare nel merito dei giudizi squisitamente estetici riguardanti il film, e nonostante il poco soddisfacente resoconto del botteghino, possiamo dichiarare con adeguata convinzione che in questo, Pasolini abbia verosimilmente raggiunto il suo obiettivo. Perché è a loro che voleva arrivare. Sono loro la «massa di beati» che bacchetta poco velatamente nel film e negli scritti attorno ad esso – se il messaggio, in chi l’ha visto, è arrivato, non lo possiamo sapere.

Sappiamo, come detto nel capitolo 2.3, che al cinema Ritz di Milano la proiezione si rivolgeva a chi volesse andare a vedere Pasolini, a chi provasse curiosità o interesse verso la sua opera, quindi difficilmente saranno stati in sala degli operai, o ortolani, o comunque quella piccola borghesia che si stava delineando con sempre più vigore. Complici di neonate corruzioni morali pur di mantenere quello status acquisito. La poesia pubblicata sul pamphlet era quella che l’uomo medio non comprende: «Lei non ha capito niente perché lei è un uomo medio: un uomo medio è un mostro, un pericoloso delinquente, conformista, razzista, qualunquista.»

Ma quello che veramente non comprende è che la sua apparente rispettabilità è una moneta nelle mani del «capitale, che non considera la manodopera se non quando serve per la produzione». Pasolini ha sempre ritenuto che, mentre la cultura alta ti fornisca strumenti sufficienti per svincolarti dall’individualismo accentratore, la cultura media creasse mostri arrivisti e meschini, figli di quelle madri della ballata. Di per sé la cultura bassa, o assenza di cultura porta in dono sentimenti veri, non corrotti da un’istruzione che genera buoni consumatori e esemplari sudditi.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Strategie di distribuzione e marketing di Mamma Roma

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Informazioni tesi

  Autore: Fabrizio Sani
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2017-18
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Dams - Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo
  Relatore: Andrea Minuz
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 65

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