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Il potere di grazia del Presidente della Repubblica

L'ammissibilità del Conflitto: l'ordinanza n. 354 del 2005

Con questa decisione (Ordinanza n. 354 del 2005 , Rivista di Giurisprudenza Costituzionale, 2005 , pp. 3465 ss.) la Corte Costituzionale ha ammesso il ricorso del Capo dello Stato contro la decisione del Ministro della Giustizia di rifiutare di dare corso alla determinazione del Presidente della Repubblica di concedere la grazia ad Ovidio Bompressi, risultante dalla nota del 24 novembre 2004 inviata dal medesimo Ministro al Capo dello Stato. Più precisamente, il Guardasigilli si era rifiutato di concedere la grazia in seguito alla richiesta del Capo dello Stato. Questi rivendicava, quindi, mediante ricorso per conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, la spettanza del potere di grazia, ritenendo che il Ministro non potesse opporsi alle proprie valutazioni. In particolare, il Capo dello Stato riteneva lesi gli artt. 87 e 89 della Costituzione.

Infatti il Presidente della Repubblica affermava, nel ricorso, che la grazia è istituto avente fine umanitario, in quanto volto a correggere i rigori della legge e non implica alcuna valutazione di natura politica. Per questa ragione il potere di decidere se erogare una grazia va riservato in via esclusiva al Capo dello Stato quale organo rappresentante dell'unità della Nazione nonché «garante super partes della Costituzione», e dunque unico organo in grado di offrire garanzia di un esercizio imparziale. Conseguentemente attribuiva un ruolo subalterno al Ministro, che ha solo una funzione istruttoria e che, in caso di contrasto con il Presidente, non può prevalere su di esso in quanto per la grazia non è necessaria la sua proposta.

Infatti il significato di proponente, indicato nel dettato costituzionale dell'art. 89, va inteso come competente e quindi il Guardasigilli non ha alcun potere autonomo, e neppure può compartecipare alla decisione del Capo dello Stato di concedere o meno la grazia, anche se è previsto il suo necessario contrassegno. In base a tale considerazione definiva il valore della controfirma del Ministro, la quale va a presentarsi come atto dovuto, notarile, in quanto mera attestazione di provenienza dell'atto da parte del Capo dello Stato, oltre che di controllo della sua regolarità formale, dato che l'atto di grazia è formalmente e sostanzialmente presidenziale. Infine portava a sostegno delle propria tesi anche la stessa giurisprudenza costituzionale, che confermerebbe la natura esclusivamente presidenziale del potere di concedere la grazia, sia avendo espresso in passato la necessaria giurisdizionalizzazione della fase esecutiva delle sanzioni penali così da escludere l'esistenza in tale materia di competenze governative, sia affermando nella sentenza n. 274 del 1990 la non ricorrenza di vincoli costituzionalmente determinati per l'esercizio del potere di grazia da parte del Presidente della Repubblica, escludendo di conseguenza l'esistenza di qualsivoglia potere decisionale dal parte del Ministro della Giustizia. Conseguentemente, il Presidente chiedeva alla Corte di dichiarare che il potere di grazia spetta al solo Capo dello Stato e di annullare la nota del 24 novembre 2004 del Ministro della Giustizia.

Quanto alla legittimazione processuale al conflitto di attribuzioni, se pacifica è la legittimazione del Presidente della Repubblica quale potere dello Stato, dubbia, invece, è la legittimazione del Ministro. La Corte Costituzionale dichiara ammesso, ai sensi dell'art. 37 della legge 11 marzo 1953, n. 87, il conflitto, specificando però espressamente che si sarebbe riservata ogni definitivo giudizio sul punto. Dalla lettura della decisione la dottrina osserva che l'ordinanza della Corte Costituzionale si caratterizza per il carattere succinto della decisione con cui viene dichiarata l'ammissibilità del ricorso e per la cautela nel decidere che emerge dalla stessa, in quanto la Consulta, pur ammettendo la richiesta del Presidente, si era riservata la possibilità successivamente di respingerla ritenendola inammissibile.

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Il potere di grazia del Presidente della Repubblica

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Informazioni tesi

  Autore: Ivan Piazza
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Maria Elisa D'Amico
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 138

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