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Gli Imperatori e i Goti dalla Battaglia di Adrianopoli al Sacco di Roma

L'eredità di Teodosio

Alla morte di Teodosio, l'Impero fu nuovamente e definitivamente diviso: a Costantinopoli rimase il primogenito Arcadio, neanche diciottenne, mentre su Roma e la parte occidentale regnava Onorio, il quale però appena undicenne deteneva il titolo solo nominalmente. Per questo motivo e per scongiurare il rischio di un'usurpazione Teodosio aveva lasciato i due figli in custodia a Rufino e Stilicone.
Nonostante tale accorgimento la situazione precipitò assai rapidamente. Rufino, che tentò subito di far sposare la propria figlia con Arcadio, poiché stava acquisendo troppo potere, venne fatto uccidere con l'aiuto dello stesso Stilicone. Il magister militum d'Occidente stava appunto giungendo in soccorso delle province balcaniche nuovamente scosse dalla guerra. Furono ancora una volta i Goti ad infiammare la regione, essi si spinsero prima sino a Costantinopoli e poi in Grecia giungendo in ultimo nel Peloponneso. A guidarli vi era Alarico, ed il suo seguito era per buona parte formato dai Goti sopravvissuti della battaglia sul Frigido. Secondo la testimonianza di Zosimo, Alarico si era ribellato all'Impero poiché non gli furono concessi onori né alcun comando di rilievo dopo la vittoria su Eugenio. La situazione allo stesso modo di come accadde subito dopo la battaglia di Adrianopoli ci appare molto complessa: l'alto numero di eventi e l'incertezza di molte delle fonti, ancora una volta Zosimo sembra fare confusione, rendono la ricostruzione storica molto incerta.
Innanzitutto si provi ad identificare la posizione di Alarico. Ci son diverse possibilità che egli fosse giunto a capo di quella fronda di Goti insoddisfatta del trattato del 382, della quale fece parte ad esempio anche Eriulfo. Già nel periodo antecedente allo scoppio della rivolta questi Goti avevano dato evidenti segnali di irrequietezza. Diversi furono i fattori che minarono infatti la stabilità del trattato, come abbiamo precedente visto ci furono molteplici problemi di convivenza tra Goti e Romani a cui Teodosio dovette far fronte. Il caso più emblematico, quello di Tessalonica, costò all'Imperatore il poco auspicabile richiamo del vescovo Ambrogio; inoltre la ribellione in Macedonia del 391 e le lotte intestine di cui Eriulfo fu prova, dovettero allarmare in qualche modo l'Imperatore. È dunque plausibile che a ridosso della guerra civile con Eugenio, Teodosio iniziasse a pensare che la propria politica di integrazione stesse fallendo. A questo punto, con tali prerogative, le dinamiche che dettarono la strategia adottata al Frigido acquistano una diversa luce. Teodosio infatti, diversamente da come fece nella precedente guerra civile, utilizza le truppe ausiliarie gote non come risorsa di supporto o come contingente numeroso capace di soverchiare la maggiore preparazione militare nemica, ma bensì come un'armata suicida il cui unico compito è sfiancare ed ingannare il nemico. Le fonti ci parlano di ben ventimila uomini lanciati al massacro solo ed esclusivamente per creare un diversivo. La strategia funzionò, ma a fronte del dimezzamento del contingente goto. Se ad Adrianopoli la perdita di due terzi dell'esercito romano segnò un colpo pesantissimo per l'Impero d'oriente, la perdita di metà dello schieramento per Gainas ed i suoi non dovette essere tanto meno traumatico. Tale strategia sembra inoltre molto strana se si considera il comportamento che precedentemente Teodosio aveva adottato nei confronti dei Goti. Egli li aveva sempre difesi e tutelati, ed ora li utilizzava come carne da macello, diviene dunque facile pensare che fosse in atto un cambio di mentalità per la gestione degli alleati. Per comprendere la strategia adottata da Teodosio in quell'occasione si debbono prendere in considerazione diversi fattori. [...]

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Gli Imperatori e i Goti dalla Battaglia di Adrianopoli al Sacco di Roma

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Informazioni tesi

  Autore: Fabio Gambuli
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze Storiche
  Relatore: Valerio Lieto Salvatore  Neri
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 189

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