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La Rogatoria nel Processo Penale

L’oggetto della rogatoria

Oggetto delle rogatorie, sia attive (art. 727 c.p.p.) che passive (art. 723 c.p.p.), sono le comunicazioni, le notificazioni, l’attività di acquisizione probatoria e la trasmissione dei verbali provenienti da un procedimento straniero.

L’oggetto di rogatoria, costituito dalle notificazioni e dalle comunicazioni, non ha mai sollevato dubbi in dottrina, mentre numerosi dibattiti si sono avuti sul significato da attribuire alla locuzione “acquisizione probatoria”; infatti questa formula, utilizzata nel codice di rito vigente, si differenzia da quella che era presente nell’art. 657 c.p.p. 1930, il quale riproponendo il contenuto degli artt. 853 c.p.p. 1865 e 636 c.p.p. 1913, finalizzava l’istituto della rogatoria internazionale alla «citazione od esame di testimoni», all’ottenimento di «atti d’istruzione» o all’«esecuzione di provvedimenti d’istruzione».

In passato si discusse a lungo sul significato da attribuire al termine «atti d’istruzione», infatti secondo una prima ricostruzione, il legislatore avrebbe voluto riferirsi ad una caratteristica spazio-temporale degli atti in discorso, invece, secondo l’indirizzo prevalente, con l’espressione “atti d’istruzione” ci si riferiva alla loro strumentalità rispetto all’attività decisoria.

Questa seconda tesi trovò il favore della giurisprudenza, la quale evidenziò l’inutilizzabilità di un massiccio ed indiscriminato ricorso alla rogatoria nel corso del dibattimento; cioè, in sostanza, era considerato censurabile il ricorso alla rogatoria, da parte del giudice del dibattimento, nei casi in cui vi fosse un numero rilevante di testimonianze di cittadini residenti all’estero da assumere con tale mezzo e non sussistesse l’impedimento a comparire davanti al giudice italiano.

Il codice di rito vigente, tuttavia, attraverso l’uso dell’espressione «attività di acquisizione probatoria», non risolve il problema predetto, con la conseguenza che la portata di tale locuzione resta ancora molto discussa in dottrina; infatti da una parte, si ritiene che l’intenzione del legislatore era quella di escludere, dall’ambito delle rogatorie, gli atti strumentali all’azione penale, ammettendovi però solo prove, invece, una diversa corrente dottrinale, ritiene che possano essere oggetto di rogatoria tutti quegli atti destinati ad inserirsi nello svolgimento di un procedimento in corso nello Stato assistito.

Di conseguenza, non avrebbe alcun rilievo un’elencazione degli atti rogabili, dato che non potrebbe avere carattere tassativo, e quindi ,in base a questo filone, sembra possano confluire nell’oggetto di una rogatoria: perizie, esperimenti, sequestri, notificazioni, assunzioni di testimonianze, trasmissione di corpi di reato o di documenti e qualsiasi altro mezzo di ricerca della prova, il quale possa aiutare le indagini o possa permettere di chiarire i fatti allegati dall’accusa o dalla difesa.

Occorre precisare, inoltre, che questa seconda ricostruzione trova il consenso della giurisprudenza, la quale ha affermato che «oggetto di rogatoria può essere anche l’attività di indagine e di ricerca delle fonti di prova».
Infine, in tale ambito occorre ricordare che in dottrina si afferma che la natura istruttoria dell’atto richiesto e la possibilità giuridica del suo compimento costituiscono due limiti oggettivi alle rogatorie internazionali.

Ciò significa, in primis, che l’atto dovrebbe essere diretto alla ricerca di prove in relazione ad un determinato fatto-reato, quindi non possono formare oggetto di rogatorie, misure a finalità preventiva (come il sequestro preventivo disciplinato dall’art. 321 c.p.p.), sanzionatoria (come la confisca), finalizzate a costituire garanzie patrimoniali (come il sequestro conservativo), gli scambi informativi sui precedenti penali della persona sottoposta alle indagini o dell’imputato e gli atti tipici della polizia giudiziaria.

Questi, tuttavia, non sono gli unici limiti oggettivi individuati dalla dottrina, infatti, parte della dottrina afferma che sarebbe estraneo all’oggetto tipico delle rogatorie l’attività di indagine pre-procedimentale, ossia anteriore all’acquisizione di una notizia di reato e ad essa finalizzata; inoltre, si ritengono esclusi dagli atti rogabili anche gli scambi informativi sui procedimenti penali, a causa della loro natura amministrativa, gli atti di polizia giudiziaria perché estranei alla funzione giurisdizionale e infine, appare ovvio che l’atto richiesto mediante rogatoria internazionale deva essere giuridicamente possibile.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La Rogatoria nel Processo Penale

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Informazioni tesi

  Autore: Christian Scalese
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2015-16
  Università: Università degli Studi di Siena
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Gian Marco Baccari
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 154

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