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Beethoven: ''Da Bonn all'Aurora''

La Sonata per pianoforte op. 53 in do maggiore

La sonata per pianoforte op. 53, composta nel 1803-04, è dedicata al Conte Ferdinand Ernst von Waldstein, mecenate, amico e uno dei primissimi protettori dell'artista. È detta anche “Aurora” forse per quel risveglio alla luce e alla vita che è nell'introduzione o per la meravigliosa melodia che fluisce nel rondò finale.
Insieme alla Terza Sinfonia, che è dello stesso periodo, ai Quartetti “Razumowsky”, che la seguono di due anni, la “Waldstein” rappresenta una tappa fondamentale lungo il cammino che spinge Beethoven ad introdurre, nel tessuto sintattico e strumentale, innovazioni tecniche e contenutistiche che troveranno poi la loro logica conclusione negli ultimi capolavori. In particolare si possono evidenziare la ricchezza timbrica e lo sviluppo tecnico-espressivo del pianismo beethoveniano, la fantasia dei tracciati modulativi e l'audacia degli accostamenti sonori.

La sonata si compone di due movimenti di pari importanza separati da un intermezzo lento. Originariamente questo movimento doveva essere un comodo Andante che in corso d'opera venne eliminato dalla Sonata e sostituito con ventotto battute di “introduzione”, che fungono da base sulla quale risplende ed emerge il sopraggiungere del finale. Straordinario è l'apparato virtuosistico attinto da Clementi, con scale, arpeggi, passaggi brillanti, i quali, grazie al geniale sfruttamento dei registri pianistici, creano prodigiosi effetti espressivi. 2Nella sonata l'agilità leggera di alcuni passi si alterna ad un'agilità di forza, martellata, con mirabili effetti di fasce sonore punteggiate dalle note in “sforzato”. Pertanto l'agilità si combina con la potenza creando effetti di grande sontuosità.

Nell'Opera 53 emerge una drammatizzazione del virtuosismo così come succede nelle Sonate opera 27 n. 2 ed opera 57.
Nelle opere precedenti il passaggio virtuosistico che metteva in mostra la bravura dell'esecutore si alternava con il tema ritmicamente vario oppure con la melodia. Qui invece è il virtuosismo, il passaggio virtuosistico che diventa tema, è l'eccitazione del movimento che diventa, da elemento tecnico, fatto espressivo. Lo sviluppo del virtuosismo viene indirizzato verso le note doppie, gli accordi, i tremoli, i trilli, verso l'utilizzazione della mano destra in due funzioni contemporaneamente, verso gli arpeggi rapidissimi.

La tendenza è quella di far suonare contemporaneamente il pianoforte in tutta la sua estensione, come per evocare lo spettro sonoro dell'orchestra.
Si accentua il fenomeno della “percussione”, come già era avvenuto nella “Patetica” e come accadrà poi nell'“Appassionata”. Tutta la Sonata è dominata dall'ansia di liberare al massimo le energie timbriche e di spingere oltre misura i limiti della dinamica, dell'estensione e dell'intensità, in modo da piegare la materia sonora alle esigenze più intime e profonde dell'ispirazione. È un'opera caratteristica di quel “secondo periodo” che inizia nel 1802 circa; pertanto presenta lo “stile eroico” che si manifesta in forme nelle quali i temi e il loro sviluppo mostrano una nuova tendenza verso l'astrazione, con l'atteggiamento di chi si rivolge, non al singolo individuo, ma a tutta l'umanità.

L'effetto prodigioso della Sonata, che per la sua dinamica orchestrale il von Lenz definì «una sinfonia eroica per pianoforte», sta nella sua bellezza, potenza ed espressività, e nel linguaggio tecnico fatto di arpeggi, salti di ottave, trilli lungamente tenuti, sonorità indefinite. In essa confluiscono in una unità compatta e dinamica le diverse componenti melodiche, ritmiche e strutturali che danno vita ad una inquietante drammaticità e ad una fervente immaginazione. (Ugo Morale, Introduzione a Beethoven, Edizioni Bruno Mondatori, Milano 1999)

Questo brano è tratto dalla tesi:

Beethoven: ''Da Bonn all'Aurora''

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Informazioni tesi

  Autore: Mariella Di Giovannantonio
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2004-05
  Università: Istituto Superiore di Studi Musicali "G. Braga" - Teramo
  Facoltà: Discipline musicali - Pianoforte
  Corso: Discipline Musicali
  Relatore: Antonio Castagna
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 79

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