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Il racconto di sé degli adolescenti in ambito didattico e in prospettiva interculturale: metodi qualitativi di ricerca

La mente multiculturale e le sue sfide

Le sfide che si presentano per il futuro ai futuri cittadini del nostro paese, quei ragazzi e quelle ragazze impegnati in questi anni nel processo di integrazione linguistica sociale e culturale, che si svolge in gran parte all’interno delle istituzioni scolastiche, sono sempre più complesse e risentono anche dell’andamento politico ed economico globale. Trovo, dunque, particolarmente interessante trattare quella che secondo diversi ricercatori23 ormai è un‟evidenza: lo sviluppo di una mente sempre più multiculturale, in grado di concepire la vita all’interno di società multietniche dense, attraversate da una molteplicità di spinte culturali, una mente in grado di governare innanzi tutto al proprio interno le diversità e di trovare soluzioni efficaci ad eventuali conflitti.
Anolli [2011:35-42] dapprima descrive la mente monoculturale come mente al singolare, una mente che rispecchia la limitatezza inevitabile di una società che si assume come orizzonte del mondo. Si tratta di un provincialismo temporale e geografico che pone la cultura di appartenenza in una condizione atemporale, utopica, assunta a forma globale di autoriferimento. La mente monoculturale tende a concepire la propria esperienza come globale e diventa progioniera della cultura in cui vive risultando divisa, separata dagli altri. Concepisce le culture come componenti un mosaico e prevede un‟assolutizzazione dei confini con esiti contrari alla convivenza. Questa concezione parziale dei fenomeni che implica il ritenere ciascuno di noi prototipo dell’umanità, unità di misura con cui valutare, accettare o respingere gli altri, contiene il rischio dell’etnocentrismo in quanto radicalizzazione del proprio modo di concepire e capire le cose del mondo. Possono comparire, alla luce di questi atteggiamenti, fenomeni di incomprensione, diffidenza, distanza psicologica, esclusione alla base di una presunta superiorità, manifestazione di una ingiustificata supremazia morale, tecnologica, politica. Dall’etnocentrismo può scaturire dunque, come riporta Anolli [2011], il fondamentalismo culturale, espressione dell’esigenza di stabilire e difendere confini tra culture e potenzialmente di determinare la loro discriminazione, oppure la tendenza al proselitismo che ha lo scopo di convertire gli altri al proprio sistema di credenze e di valori. Oltre a quelli accennati, tra i limiti più evidenti della mente monoculturale si ricorda anche la lacerazione, che riguarda soprattutto gli immigrati di seconda generazione, tra cultura di origine e cultura ospitante. Le contraddizioni tra i dettami culturali dell’una o dell’altra impostazione culturale possono creare problematiche molto serie per ogni adolescente, figlio di immigrati nato nel paese ospitante. Il dilemma può essere quello della fedeltà o dell’adesione a forme diverse di vita, valori, modalità di condivisione sociale e le domande che i giovani si pongono possono riguardare anche le sanzioni o punizioni cui rischiano di incorrere tradendo il gruppo etnico di appartenenza. A fronte di questo profondo disagio, come ricorda Anolli, si è verificato che i ragazzi che riescono ad acquisire una mente multiculturale vivono questa condizione di sradicamento in modo molto più sereno rispetto agli altri.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il racconto di sé degli adolescenti in ambito didattico e in prospettiva interculturale: metodi qualitativi di ricerca

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Informazioni tesi

  Autore: Francesca Lagomarsini
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli studi di Genova
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Psicologia
  Relatore: Renza Cerri
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 109

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