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Dallo Stato sociale allo Stato penale: prospettive, tendenze, criticità

La prevenzione del crimine

Che cosa si deve intendere esattamente con l‟espressione “prevenzione del crimine”? «La scienza della prevenzione del crimine riguarda tutta un'ampia serie di problemi che vanno dalla predizione del comportamento delinquenziale, alla scelta tra differenti misure di controllo sociale, alla valutazione metodologica dell'impatto dei risultati raggiunti da specifiche politiche di intervento». La prevenzione del crimine, in sostanza, è il principale campo di studi di un ipotetico “tecnico della sicurezza”, interessato a capire quali, fra le numerose strategie preventive, funzionino davvero. Viene posto un problema di natura essenzialmente strumentale: quali interventi garantiscono maggiori risultati in termini di diminuzione della criminalità? In breve: what works? Saper rispondere a questa domanda significa poter fornire ai decision-makers una lista di strumenti efficaci, da usare ognuno in specifici contesti. E dunque, quali sono le tattiche preventive oggi ritenute funzionanti? Ciappi distingue in proposito fra quattro tipi di prevenzione: situazionale, ambientale, comunitaria, evolutiva. Ripercorriamo qui brevemente l'esposizione dell'autore. La prevenzione situazionale (situational crime prevention) ha come obiettivo la riduzione delle opportunità criminali, tramite la messa in atto di misure specifiche che si configurano, da un lato, come interventi posti in essere dalle autorità pubbliche, dall'altro come consigli pratici, anche molto intuibili, alla collettività. Le sedi cui questa prevenzione è indirizzata, infatti, non sono solo quelle istituzionali, cioè le agenzie di polizia e di giustizia, ma anche la comunità, la famiglia, la scuola. In particolare per le persone diventerà buona regola, fra le altre cose: nascondere beni preziosi e rimuovere dalla vista qualunque cosa possa essere oggetto di furto; installare allarmi di sicurezza; lasciare nelle abitazioni le luci accese per segnalare la propria presenza; apporre un segno di identificazione sugli oggetti personali; evitare la frequentazione di “luoghi a rischio” soprattutto in certe fasce orarie. Forze di polizia e organi decisionali dovranno invece: estendere la sorveglianza; installare un maggior numero di telecamere; controllare chi possiede armi; ridurre le vie di fuga, ad esempio dai locali; controllare i documenti; aumentare l‟illuminazione notturna; vigilare nei punti strategici; pubblicizzare regole di condotta chiare; addirittura cercare di intervenire su tutte quelle occasioni, come le semplici file di attesa per un servizio, che possono scatenare delle liti. Il tentativo, dunque, è quello di ridurre le provocazioni che possano spingere a comportamenti devianti, incrementando parallelamente i controlli e, quindi, il rischio di venire scoperti. In questo modo, si suppone, l'effetto deterrente dovrebbe essere il maggiore possibile.
La prevenzione ambientale (environmental criminology) si preoccupa di capire come la progettazione urbanistica possa influire sulla sicurezza urbana. Rientrano in questo campo tutta una serie di misure, che possono configurarsi come strategie di inclusione o, al contrario, di esclusione. Le prime sottendono una concezione dell'ambiente come fattore importante nell'influenzare il comportamento deviante. Per questo, da un lato, puntano su un design cittadino decoroso, punteggiato da spazi comunitari aperti, come i giardini pubblici, e animato da eventi ricreativi al fine di favorire un certo senso di appartenenza da parte degli abitanti; dall'altro, sostengono semmai la creazione di villaggi urbani (urban villages) dove la sola forma di sorveglianza è quella comunitaria (neighbourhood watch).

Questo brano è tratto dalla tesi:

Dallo Stato sociale allo Stato penale: prospettive, tendenze, criticità

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Informazioni tesi

  Autore: Irene Dentini
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Pisa
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze sociologiche
  Relatore: Andrea  Borghini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 63

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Parole chiave

stato sociale
carcere
welfare state
giustizia riparativa
cie
stato penale
nuova punitività
attuarialismo
filosofia del rischio

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