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Utilizzo delle terapie di gruppo nelle dipendenze: esperienze in comunità terapeutica

La psicologia archetipica e la capacità della mente di produrre simboli e immagini

La psicologia è lo studio dei processi psichici che si esprimono tramite immagini, comportamenti, processi psicosomatici e somatopsichici. Freud e Jung furono i primi ad interessarsi all'inconscio. Freud tentò di ricondurre questi processi al piano biologico, Jung respinse la lettura materialistica in quanto riteneva che per esaminare l'incoscio era necessario farlo rimanendo nell'ambito e nel linguaggio psichico. Jung scoprì i complessi come rappresentazioni a forte intensità affettiva con il corpo, ma non li fece derivare dal cervello bensì dalla relazione psicosomatica.

Jung può essere considerato il fondatore dell'indirizzo teorico archetipo-immaginistico.
Sviluppò l'indipendenza della psiche dalla fisiologia e la rappresentò come immagini pure delle quali, quelle fondamentali, sono dette archetipiche. Hillman, riprendendo questi concetti andò oltre, infatti eliminò la differenza tra immagini archetipiche ed altre tipologie di immagini in quanto ritenne che tutte le immagini sono archetipiche e dimostrò che il lavoro psichico è sempre un lavoro immaginistico e archetipico.

Scopo di Hillman divenne una terapia che non portava a coscienza l'inconscio per lavorare alle finalità della vita e dell'io diurno,ma far emergere nella fantasia la totalità degli immaginari psichici. La terapia per Hillman deve creare immagini e dare vita ai personaggi psichici che sono i rappresentanti delle immagini. Hillmann riprese da Jung l'affermazione che la psiche è una successione di immagini la cui costruzione ha pienamente senso e significato.

Per raggiungerle sono necessarie delle vie, seguendo Freud, che utilizzava il sogno per esplorare l'inconscio, trovò la strada nelle immagini notturne, a differenza di Jung che predilisse l'immaginazione attiva e l'immaginario diurno. In realtà entrambe le vie contengono immagini e relazioni che sono il prodotto delle immagini psichiche. Di fatto l'origine dei processi psichici, per la psicoanalisi, è la psiche stessa e il principio terapeutico sono la parola e il racconto.

Alla base della psicologia archetipica vi è il primato delle immagini in quanto la psiche è l'insieme delle immagini. Enorme importanza nello studio e nella descrizione dell'attività immaginale della psicologia analitica archetipica, è dato agli studi di Jung e poi di Hillman, sull'alchimia.
Jung nei suoi studi approfondì le intuizioni di Silberer rispetto all'alchimia come una sorta di analisi primordiale della psiche; in quanto gli alchimisti proiettavo le proprietà della psiche sui materiali che utilizzavano nelle loro operazioni, attribuendogli caratteristiche di concretezza; in psicologia di tale attività, rimane solo il piano immaginale. Nei laboratori degli alchimisti si trovava il piano pratico del lavoro chimico e il lavoro psicologico, in parte psichicamente conscio e in parte inconscio, percepito nei processi trasformativi della materia.

Essi inseguivano il tentativo di produrre l'oro e l'argento partendo da altri metalli che secondo le loro credenze, venivano prodotti dal ventre della madre terra. Nel laboratorio i loro strumenti fungevano da athanor, un grembo di natura artificiale, nel quale i metalli al pari dei materiali viventi, potevano subire sviluppi e trasformazioni grazie all'intervento dell'uomo.

Nella psicologia archetipica ciò ha valore simbolico, durante l'analisi la terapia mira far guardare il soggetto dentro sé stesso, cercando di far in modo che si osservi tirando fuori da sé la prima materia, che va lavata e distillata più volte. L'alchimia a lungo è stata considerata come un primitivo tentativo dello studio della chimica dei materiali, ma Jung ebbe il merito di riscoprire il mito religioso proiettato nell'alchimia, riportandolo nella sua vera casa, la psiche. L'alchimia è un'immaginazione attiva, è uno sfondo completo per i processi del lavoro analitico.

Hillman applicò l'alchimia alla teoria della patologizzazione, cioè la capacità autonoma della psiche di creare percorsi e discorsi dell'anima, dandole voce. Hillman sostiene che l'anima per sua natura crea tormenti, interferisce con i rapporti e con la nostra visione delle cose, attraverso fantasie assurde. Il sintomo assurge a richiesta di attenzione da parte dell'anima ed eliminandolo rischiamo di eliminare parte dell'anima stessa. La patologizzazione è essenziale perché esprime uno stato di decomposizione e di trasmutazione. La materia coagula l'anima perciò abitudini e atteggiamenti che hanno perduto il loro significato psichico vanno dissolti, putrefatti, resi polvere. In alchimia ciò ha il nome di opus, in psicologia è reso con l'espressione “penetrare le resistenze”.

La patologizzazione riguarda la pluralità della psiche mentre la terapia mira all'armonia delle parti; i fenomi di frammentazione come la scissione, sono la rivendicazione delle parti contro l'autorità centrale. La molteplicità derivata dal piccolo popolo dei complessi permette di raggiungere una maggiore differenziazione interiore che per Jung è il meccanismo psichico di fondo dell'individuazione. Acquisire consapevolezza delle nostre parti separate ci permette di conseguire l'unità della personalità. [...]

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Utilizzo delle terapie di gruppo nelle dipendenze: esperienze in comunità terapeutica

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Informazioni tesi

  Autore: Giada Bellucci
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2016-17
  Università: Università degli Studi dell'Aquila
  Facoltà: dipartimento di scienze cliniche applicate e biotecnologiche
  Corso: psicologia applicata clinica e della salute
  Relatore: Angela Paris
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 98

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