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Le Psicosi Schizofreniche

Le ''Psicosi Schizoaffettive'' descritte da Kasanin nel 1933

Con l'espressione di "Disturbo schizoaffettivo" si vuole indicare l'una o l'altra delle seguenti condizioni cliniche :

1. La comparsa successiva e indipendente di una sindrome affettiva e di una schizofrenica (disturbo schizoaffettivo tipo 1) secondo Maj e Perris;

2. La comparsa contemporanea, nel medesimo episodio di una sintomatologia di tipo affettivo e di una di tipo schizofrenico (disturbo schizoaffettivo tipo 2)

Si premette che in questo caso ci occuperemo del disturbo schizoaffettivo tipo 2, per la presenza, come precedentemente riferito, di un caso clinico in tal modo diagnosticabile, che sarà esposto e discusso nella seconda sezione del medesimo elaborato.
Una delle principali controversie circa la "Sindrome Schizoaffettiva" riguarda il suo rapporto con la schizofrenia e con i disturbi dell'umore. In passato sono state formulate in base a tale quesito cinque principali ipotesi :

MODELLO "BINARIO" NEO-KRAEPELINIANO (che le sindromi rappresentino comunque delle tipologie atipiche di schizofrenia)

MODELLO "BINARIO" NEO-KRAEPELINIANO (che rappresentino sempre delle varietà atipiche dei disturbi affettivi maggiori)

MODELLO DELLA "TERZA PSICOSI" (che costituiscano una "Terza psicosi" diversa dalle altre due)

MODELLO DEL "CONTINUUM" PSICOTICO (che si inseriscano in una posizione intermedia di un "continuum" psicotico , ai cui estremi troviamo da un lato la schizofrenia e dall'altro la psicosi maniaco-depressiva)

• Che risultino dal contemporaneo manifestarsi di una vera schizofrenia e di una vera malattia maniaco depressiva nello stesso paziente.

È possibile ritenere che l'ultima di queste ipotesi sia molto poco probabile in quanto l'incidenza dei disturbi schizoaffettivi (in media 2 per 10 alla quinta all'anno) è molto più elevata di quella che ci si aspetterebbe se essi risultassero dall'associazione di una schizofrenia e di un disturbo affettivo maggiore (circa 2 per 10 alla ottava l'anno). E' tuttavia probabile che l'associazione tra schizofrenia e malattia maniaco-depressiva più che essere casuale, sia invece dovuta all'azione di qualche fattore etiologico che attiva simultaneamente i meccanismi biologici e/o psicodinamici responsabili delle due condizioni cliniche.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Le Psicosi Schizofreniche

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Informazioni tesi

  Autore: Giancarlo Mancini
  Tipo: Tesi di Specializzazione/Perfezionamento
Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale
Anno: 2010
Docente/Relatore: Fausta Marsicano
Istituito da: Istituto Skinner - Formazione e Ricerca (Roma)
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 208

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