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Modelli di Business per l'Informazione Digitale

Le scelte degli editori

Il panorama italiano è sicuramente piuttosto povero in ambito di app per device mobili, pochi sono stati gli esperimenti e ancor meno quelli minimamente ambiziosi.
La prima lacuna da colmare e sicuramente la mancanza di una “edicola” digitale, che permetta di raccogliere in un unico spazio tutte le applicazioni di quotidiani, riviste e magazine a cui siamo abbonati, e allo stesso tempo faciliti il reperimento di ulteriori. Con l'ultimo aggiornamento di iOS (iOS 5, datato novembre 2011) e stata introdotta un'app ufficiale Apple che dovrebbe risolvere questo problema: Newsstand. Tra le sue caratteristiche principali, oltre alle suddette, anche il caricamento automatico di tutte le nuove edizioni dei giornali preferiti, non appena viene lanciata l'applicazione. L'utilità di Newsstand è però finora pressoché nulla: sono infatti presenti pochissime riviste e un solo quotidiano (Il Corriere dello Sport), agli editori l'accuratezza di non farsi perdere quest'occasione. Per quanto riguarda gli smartphone in particolare la difficoltà sta nel trovare il giusto rapporto tra il sito Web e la sua versione mobile. I contenuti non possono essere gli stessi dato che alcune soluzioni adottate nel Web risulterebbero inutili o poco leggibili sullo schermo di un telefonino (e viceversa).
D'altra parte la versione mobile di un quotidiano dovrebbe essere a pagamento, dunque non è possibile che sia una versione ridotta del sito Web.
Gli esempi di Corriere Mobile e la Repubblica Mobile vanno a mio parere nella giusta direzione, offrono un buon servizio per dei costi minimi (anche se probabilmente non abbastanza bassi). Sono ancora carenti però da diversi punti di vista: leggibilità e dimensione social in primis, lacune che non possono essere tollerate in un servizio a pagamento.
Qualunque sia la strada scelta (app gratuita più contenuto a pagamento come la Repubblica e Il Corriere, o app e contenuto free come La Stampa e diversi altri quotidiani), il rilascio di un'applicazione, che consenta la consultazione del sito Web da smartphone, e il primo e imprescindibile step di un approccio corretto al mondo delle app. Le soluzioni scelte devono essere coerenti, se a pagamento offrire una ricchezza di contenuti, una struttura grafica e una serie di funzionalità aggiuntive (condivisione, personalizzazione, multimedialità) che ne giustifichino l'acquisto. Al contrario se gratuita puntare su semplicità, leggibilità e velocità d'utilizzo, cercando di rendere i banner pubblicitari meno fastidiosi possibile durante la lettura.
Per quanto riguarda i tablet invece il discorso è differente: essi infatti non sono considerabili un medium complementare alla carta stampata (come il Web e gli smartphone), bensì ad essa sostitutivo. Nel creare un'applicazione per iPad quindi, che sia qualcosa di diverso dal “Pdf arricchito”, gli editori incontrano piu che una resistenza. Sanno che se non dovesse essere abbastanza remunerativa rischierebbero di peggiorare ulteriormente le proprie finanze. A questa si aggiungono ulteriori difficoltà: da tablet è possibile accedere al sito Web del quotidiano nella sua versione “tradizionale” (non mobile), lo schermo è più associabile a quello di un netbook che di uno smartphone sia per dimensioni che per risoluzione. In sintesi un'app per tablet deve sapere esaltare le peculiarità del dispositivo, permettere una user experience nuova in modo da giustificare l'esborso economico e non far preferire il normale sito Web.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Modelli di Business per l'Informazione Digitale

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Informazioni tesi

  Autore: Giacomo Mastriforti
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
  Facoltà: Economia
  Corso: Comunicazione d'impresa
  Relatore: Mariagrazia Fanchi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 122

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