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''Bellezza, è la stampa...!'' Giornali e giornalisti nel cinema italiano (1943-2009)

Le sfide di oggi del giornalismo d’inchiesta

La diffusione dei giornali è oggi infatti, come si è detto, in costante diminuzione; la televisione è la principale fonte di informazione per almeno l’80% degli italiani. Il mercato dei quotidiani appare comunque piuttosto sviluppato e resta articolato su una decina di testate di respiro nazionale e una cinquantina di testate regionali o provinciali. La tiratura di metà dei quotidiani italiani non supera però le 50.000 copie e la diffusione presenta nettissimi squilibri tra Nord, dove si realizza il 53% delle vendite, Centro con il 22% e Sud con il 25%. Il mercato italiano continua dunque ad essere debole e squilibrato, continua a mancare una popular press di tipo nordeuropeo e resiste la formula omnibus.
Sotto il profilo dei contenuti e della qualità, il giornalismo italiano rimane segnato da carenze di origine antica e recente. I giornali sono destinati essenzialmente alla fascia alta della popolazione; usano un linguaggio che presuppone conoscenze superiori alla media, continuano a dare preminenza alla politica, affrontata soprattutto come conflitto fra partiti, piuttosto che attraverso l’analisi approfondita di leggi e provvedimenti governativi e dei loro effetti concreti. La cultura appare ormai frammista a spettacoli e tempo libero e deborda l’informazione leggera su argomenti frivoli.
Tuttavia la stampa italiana continua a svolgere un importante ruolo civile, le maggiori testate nazionali restano complessivamente di notevole quantità e ogni giorno i lettori hanno a disposizione un vasto repertorio di notizie, inchieste, commenti, analisi e dibattiti. Nel vasto e articolato panorama dell’informazione italiana è perciò possibile reperire tutte le notizie principali, anche quelle più avverse agli assetti di potere costituito. Nel 2001, in occasione della riunione del G8 a Genova, terminata in guerriglia urbana, il giornalismo italiano nel suo complesso ha avuto uno scatto d’orgoglio, dando conto dei pestaggi effettuati dalla polizia (specialmente quelli nella scuola Diaz) ed evidenziando gli sforzi di depistaggio e copertura delle responsabilità.
giornali e i periodici più importanti pubblicano regolarmente articoli ed inchieste che mettono in questione le versioni ufficiali. Molte di queste inchieste sono il frutto di indagini tenaci, condotte sulla base di fonti riservate, oppure di coraggiose esperienze personali, come quando Fabrizio Gatti, giornalista dell’“Espresso”, fingendosi un extracomunitario, è riuscito a farsi rinchiudere in un centro di detenzione per immigrati e a documentarne le dure condizioni di vita.
Proprio al giornalista Fabrizio Gatti è ispirata la figura del protagonista di una docu-fiction di Roberto Burchielli intitolata Sbirri e uscita nelle sale cinematografiche nel 2009. Interpretato da Raoul Bova, il giornalista viene presentato nel film attraverso l’audio e le immagini di un servizio che l’agenzia per cui lavora sta preparando per il telegiornale:

“Reporter d’assalto fra i più apprezzati e richiesti anche all’estero, Matteo Gatti ha sempre unito la voglia di spettacolarizzare a un serio approfondimento sui temi più scottanti del nostro tempo. È stato inviato in Iraq, Romania, Libia, Colombia, sulle tracce delle vittime della prostituzione, del lavoro nero, dell’immigrazione clandestina e del mercato della droga. Grazie al suo coraggio si è infiltrato, per denunciarne lo stato disumano, nei centri di raccolta per extracomunitari di Lampedusa e Via Corelli a Milano; per questo ha rischiato anche l’arresto. Matteo Gatti ha portato tutti i telespettatori a scoprire i ghetti d’Italia, da Padova, a Roma, a Napoli; è riuscito ad incastrare bande di scafisti, trafficanti di organi, terroristi”.


Già da questa presentazione si può notare come i reportage del giornalista passino in secondo piano rispetto alla focalizzazione dell’attenzione sul reporter, sull’onda di quel processo di personalizzazione dell’informazione che negli anni è andato aumentando sempre più. In un’epoca dominata dall’importanza delle immagini anche i giornalisti, soprattutto quelli televisivi, o che spesso partecipano a programmi di approfondimento e talk-show in TV, diventano vere e proprie star il cui lavoro di informazione rimane nell’ombra. Matteo Gatti, nel film, cerca di ribellarsi a questa logica protestando col suo capo proprio a proposito del suddetto servizio per il telegiornale nel quale la notizia diventa la sua persona e non più l’argomento delle sue inchieste.[...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

''Bellezza, è la stampa...!'' Giornali e giornalisti nel cinema italiano (1943-2009)

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Informazioni tesi

  Autore: Francesco Bianconcini
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli studi di Genova
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Editoria, comunicazione multimediale e giornalismo
  Relatore: Marina Milan
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 284

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