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"Pensare" il suicidio - Eziologia, indicatori, ipotesi di intervento

Lo stato mentale e la presa in carico del paziente suicida

Come osservano Maurizio Pompili e Roberto Tatarelli, ci sono tre caratteristiche nello stato mentale della persona suicida: ambivalenza, impulsività e rigidità.
1) Ambivalenza: la maggior parte delle persone ha sentimenti contraddittori circa l’idea di suicidarsi. Il desiderio di vivere e quello di morire si alternano nell’individuo suicida. Sotto il dolore psicologico si nasconde infatti il desiderio di vivere.
2) Impulsività: il suicidio è un impulso. Come ogni altro impulso, quello di commettere il suicidio è transitorio e dura da minuti a ore. È generalmente innescato da eventi negativi nella vita di tutti i giorni. La risoluzione di queste crisi, apre la strada alla possibilità di poter risolvere alla base l’impulso suicida.
3) Rigidità: nell’azione suicidaria gli individui hanno pensieri, azioni e sentimenti ristretti. Pensano costantemente al suicidio e non sono in grado di considerare altre soluzioni al problema.

Gli Autori sottolineano che è opinione diffusa che i pazienti a rischio di suicidio suscitino ansia nello psicoterapeuta, il quale deve accettare di confrontarsi con i fantasmi della morte e con le proprie abilità personali.
Questo crea una forte pressione sul terapeuta, in quanto, in certi momenti della psicoterapia, risulta evidente quanto la vita del paziente sia subordinata alle capacità terapeutiche del suo curante. Sperimentare la perdita di un paziente a causa del suicidio scuote l’equilibrio personale e professionale del terapeuta: la morte del paziente viene spesso vissuta come un’offesa alla capacità del clinico di comprendere, capire e aiutare l’altro. La paura della responsabilità di prendere in carico pazienti a rischio di suicidio e le relative ansie che ciò comporta, spesso conduce molti terapeuti ad evitare di trattarli. Il più delle volte il paziente è consapevole delle preoccupazioni del terapeuta, e, più ansioso è il terapeuta, più sarà probabile che il paziente si ritenga in grado di distruggere se stesso. È importante, allora, non apparire intimiditi e sottolineare al paziente che non deve essere il terapeuta la motivazione trainante della sua decisione di vivere o morire.

Questo brano è tratto dalla tesi:

"Pensare" il suicidio - Eziologia, indicatori, ipotesi di intervento

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Informazioni tesi

  Autore: Daniela Cusimano
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Palermo
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze e tecniche psicologiche
  Relatore: Sabina La Grutta
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 47

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Parole chiave

prevenzione
dolore
diagnosi
suicidio
controtransfert
comportamento suicidario
intento suicidario
dolore mentale

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