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La divisione del testatore

Norme dettate dal testatore per la divisione

Quando il testatore ha stabilito particolari norme per formare le porzioni, queste norme sono vincolanti per gli eredi, salvo che l'effettivo valore dei beni non corrisponda alle quote stabilite dal testatore. Il testatore può disporre che la divisione si effettui secondo la stima di persona da lui designata che non sia erede o legatario: la divisione proposta da questa persona non vincola gli eredi, se l'autorità giudiziaria, su istanza di taluno di essi, la riconosce contraria alla volontà del testatore o manifestamente iniqua (art. 733 c.c.). A norma del primo comma del citato articolo del codice civile, il testatore, senza direttamente procedere alla divisione, può limitarsi a stabilire criteri distributivi, da seguirsi nella composizione dei lotti, in sede di successiva divisione ordinaria: criteri vincolanti per gli eredi, salvo che ne derivi la mancata corrispondenza del valore dei beni al valore della quota. Trattasi del cosiddetto assegno divisorio semplice o obbligatorio, che può anche esaurire il contenuto dell’atto testamentario, il quale in questo modo si limita a regolare la divisione della comunione originatasi dalla successione legittima. Secondo alcuni la clausola dovrebbe qualificarsi quale legato obbligatorio mentre, secondo la maggior parte degli autori, andrebbe qualificata alla stregua di un onere. A fronte della tesi diffusa che il vincolo costituisca un onere o modus, si è obiettato che esso presuppone nell’assegnatario la qualità di erede testamentario e ciò sarebbe in contrasto con la possibilità che l’assegnatario sia anche erede ab intestato, conseguentemente si è ritenuto più convincente che costituisca un legato obbligatorio. D’altro canto si è eccepito che, poiché i legati sono rinunziabili, verrebbe meno il carattere vincolante della disposizione ed allora altri hanno preferito qualificare la previsione del primo comma dell’art. 733 c.c. come disposizione testamentaria sui generis, preparatoria della formazione delle concrete porzioni ereditarie e del successivo riparto. In presenza di semplici norme per la divisione, dettate dal testatore ex art. 733 c.c., non si attua l’effetto tipico della divisione testamentaria, consistente nel prevenire il sorgere della comunione tra i chiamati. Di qui la necessità di procedere, successivamente, a divisione ordinaria tra i coeredi: salvo, in tale sede, il diritto spettante ad ognuno dei condividenti di veder attuate le prescrizioni fissate dal de cuius per la formazione delle porzioni e quindi di vedersi assegnato, a preferenza degli altri, quanto stabilito dal disponente.

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La divisione del testatore

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Informazioni tesi

  Autore: Carlo Lettieri
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi del Sannio
  Facoltà: Scienze Economiche e Aziendali
  Corso: Economia e Commercio
  Relatore: Vincenzo Verdicchio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 102

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Parole chiave

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eredità
testamento
successione
divisione
eredi
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